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Il peso dei nostri dati: L’inquinamento digitale

C
on il lancio delle nuove piattaforme di streaming della Disney e della Apple, con l’approdo della tecnologia 5G e con la crescita esponenziale della moneta digitale (“criptovaluta”) la mole di dati che viaggerà tra i dispositivi incrementerà esponenzialmente, senza considerare che attualmente, con la pandemia COVID-19, il lavoro si è sostanzialmente spostato online, portando più persone sulla rete e sovraccaricando ancora di più l’intero sistema. 

Come pensano di fronteggiare questa situazione e soprattutto a quali conseguenze? Scopriamolo insieme, ma prima una piccola spiegazione su come i nostri dispositivi ricevono ed inviano informazioni nella rete.

[ultimate_heading main_heading=”Come funziona la connessione internet?”][/ultimate_heading]
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In breve Internet, quello su cui noi tutti navighiamo, segue delle regole ben precise, che noi per comodità chiamiamo Internet o, per i più moderni “Cloud”. 

Il nostro cellulare effettua una richiesta  ben precisa che finirà al ripetitore più vicino, questa richiesta viene poi passata da un ripetitore all’altro fino a quando non arriva a quello che fisicamente è Internet: Il centro dati. 

Un agglomerato di server, sistemi, strutture e fili che sono molto più complessi della semplice parola Internet. Una volta ricevuta quella richiesta, questa torna indietro sotto forma di combinazioni di 0 ed 1 per poter poi essere codificata dai nostri cellulari. Ovviamente se si è da un computer il tutto avviene tramite fili conduttori fisici o tramite un modem che poi invia segnali ai ripetitori. Ovviamente questi segnali viaggiano a delle frequenze che, potrebbero risultare dannose per la nostre salute.

Sapete inoltre che colossi come Amazon, ottengono una buona porzione dei loro profitti da servizi di Cloud, gestendo centri dati in tutto il mondo sui quali girano informazioni di brad come Netflix, BBC e molti altri ancora.

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[ultimate_heading main_heading=”Il problema” alignment=”left” spacer=”line_only” line_height=”1″][/ultimate_heading]

Una volta aver chiaro il funzionamento immaginate che per rendere attive le centrali dati, che raggiungono dimensioni assurde (la più grande è a Washington D.C, USA), abbiamo bisogno di energia elettrica in grande quantità. In aggiunta, con questa mole sempre crescente di dati, specialmente con l’avvento del 5G, molte più centrali dati saranno necessarie, incrementando il fabbisogno di elettricità.

L’energia è alimentata principalmente da centrali elettriche che, come è ben risaputo, sono una delle principali fonti di inquinamento utilizzando processi di trasformazione di materiali altamente inquinanti.

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Secondo un’analisi della BBC, il video “Despacito”, il più visto su Youtube, corrisponderebbe all’intero uso di energia elettrica di Chad, Sierra Leone, Guinea-Bissau, Somalia e la Repubblica Centrale Africana in un intero anno.

Dunque, prima di pensare a quanto bello sarebbe il mondo con più dati in circolazione, pensiamo che in realtà stiamo accelerando la distruzione del nostro Pianeta, inquinando molto di più e, al contempo, correndo anche il rischio di essere manipolati tramite un traffico dati immenso, rendendoci vere e proprie identità digitali piuttosto che persone umane.


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1 comment

Salvatore Boi 24/11/2020 at 13:25

Tutto vero, però bisogna ammettere che senza tale infrastruttura io non potrei essere qui a scrivervi, e voi a leggermi…

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