
Giochiamo a Dio Onnipotente? – La verità sull’Ebola
Condividi54Vi proponiamo la prima pagina di un articolo scritto da Giovanni Cianti riguardo il virus dell’Ebola.
Un testo che ricostruisce i fatti collegandoli, in maniera molto riflessiva, al moscone-19 sollevando dubbi, perplessità e incoerenze.
Sconvolge scoprire che il virus Ebola – quantomeno un suo parente prossimo – compare già nel 1967 in Germania a Marburg nei laboratori dello stabilimento Behringwerke, specializzato nella produzione di vaccini. Un virus scarsamente epidemico perché sensibile alla luce, troppo velocemente mortale, quindi non idoneo alla diffusione del contagio, trasmissibile solo per contatto diretto con i fluidi corporei.
Ritrovarlo oggi con un nuovo nome – Ebola – organizzato in cinque ceppi diversi, resistente alla luce, in certi casi assai meno mortale ma con un lungo periodo di incubazione, quindi di contagio superiore e soprattutto trasmissibile per via aerea tanto da farlo ritenere dal CDC (Center of Disease Control) un efficace agente di categoria A per la guerra biologica da maneggiare con il massimo livello di bio-sicurezza (BSL-4) lascia quantomeno perplessi.
Così come lascia perplessi il lasso di tempo velocissimo della evoluzione del virus.
Ripercorreremo la storia che inizia nei laboratori Behringwerke 47 anni fa e arriva nel luglio 2014 al Kenema Hospital della Sierra Leone, uno degli epicentri della attuale epidemia, passando per Reston in Virginia nei laboratori Hazelton dove ancora una volta il virus era sfuggito al controllo.
La nostra ricostruzione che si avvale esclusivamente di studi scientifici pubblicati su prestigiose riviste di virologia internazionale apre inquietanti interrogativi: perché animali sani ed energici divengono improvvisamente così contagiosi da infettare direttamente 25 ricercatori e indirettamente altri sei provocando la morte di 7 persone?
Come può un virus che esiste da milioni di anni evolversi così velocemente in qualche decennio?
Cosa ci faceva il gruppo di ricerca della Tulane University che lavorava con sovvenzioni governative in sinergia con USAMRIID (US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases) l’ente per la guerra biologica degli Stati Uniti proprio nel Kenema Government Hospital che ha visto morire di febbri emorragiche alla fine di Luglio il direttore Dr. Shelk Humar Khan e tre infermiere, nel quale la popolazione locale non vuole essere ricoverata?
Perché il governo della Sierra Leone ha chiuso immediatamente il laboratorio, cacciati i ricercatori e aperta una inchiesta sulla loro attività allo scoppio dell’epidemia?
L’attuale ceppo di Ebola ha una mortalità ridotta ma una incubazione che arriva a 21 giorni e soprattutto si diffonde per via aerea come una normale influenza. Incidente di laboratorio oppure sabotaggio?
Spesso il gioco dell’apprendista stregone porta tragedie.
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