Il Codice del Tempo: da Tesla a Elon Musk, il filo invisibile che attraversa un secolo
Condividi3Nel gennaio del 1943, in una stanza d’albergo di New York, il genio più enigmatico del secolo muore da solo. Nikola Tesla, l’inventore che aveva promesso di donare al mondo energia gratuita e illimitata, viene trovato privo di vita all’Hotel New Yorker. Le autorità parlano di un infarto, ma la sua morte, come molte cose nella sua vita, resta avvolta nel mistero. Pochi minuti dopo, i suoi appunti, i suoi taccuini e i suoi progetti vengono requisiti dal governo americano. Dentro quelle pagine, secondo alcuni, si celavano i segreti più proibiti della scienza: dispositivi di energia libera, armi a risonanza elettromagnetica, persino schemi teorici su macchine del tempo.
L’uomo incaricato di esaminare quei documenti si chiamava John G. Trump, fisico del MIT, consulente dell’esercito americano e… zio di un futuro presidente degli Stati Uniti: Donald J. Trump.
John Trump dichiarò ufficialmente che nei documenti di Tesla “non vi era nulla di utile o di rivoluzionario”. Una frase che, per molti, suona come una menzogna deliberata.
I teorici del complotto sostengono che egli abbia invece compreso perfettamente il potenziale di quelle scoperte — tanto da occultarle e tramandarle alla propria famiglia.
Secondo alcuni, sarebbe stato proprio John Trump a custodire la “tecnologia del tempo”, la chiave che permette di vedere oltre il presente.
Le profezie di Ingersoll Lockwood
Sessant’anni prima della morte di Tesla, un altro nome comincia ad apparire nei registri letterari americani: Ingersoll Lockwood, avvocato e scrittore di fine Ottocento.
Nel 1889 pubblica un romanzo per ragazzi dal titolo Baron Trump’s Marvelous Underground Journey, e due anni più tardi The Last President.
Sono opere apparentemente innocue, ma lette oggi assumono contorni inquietanti.
Nel primo libro, il protagonista è un bambino aristocratico, Baron Trump, che vive in un palazzo sfarzoso e viaggia attraverso portali segreti verso mondi sotterranei.
Il suo mentore e guida spirituale si chiama Don.
Nel secondo romanzo, The Last President, un certo Don diventa presidente degli Stati Uniti, vive in un edificio di 5th Avenue, New York, e la sua elezione scatena proteste e disordini nel Paese.
Nei primi capitoli del libro si parla anche di un crollo del prezzo dell’oro e di un vice presidente chiamato “Pence Pro”.
Oggi, più di un secolo dopo, un uomo di nome Donald Trump — “Don” per i suoi — ha un figlio chiamato Barron Trump.
Vive in un grattacielo di 5th Avenue.
E il suo vice, durante la presidenza, si chiama Mike Pence.
Troppe coincidenze per essere ignorate.
Alcuni ricercatori affermano che Ingersoll Lockwood abitasse nella stessa zona di Manhattan dove Tesla aveva il suo laboratorio, e ipotizzano che tra i due vi sia stato un incontro.
E se Lockwood avesse conosciuto Tesla?
E se i suoi romanzi fossero stati il modo di criptare conoscenze proibite, trasformandole in fiabe per bambini e avvertimenti per il futuro?
Il legame familiare e il mistero del potere
Dopo la morte di Tesla, i documenti analizzati da John Trump sparirono quasi del tutto.
Nessuno li ha mai visti, e parte dei fascicoli del “Tesla Files” resta tuttora classificata.
Ma la leggenda dice che John Trump non solo ne comprese il contenuto, ma lo trasmise al nipote Donald, insegnandogli che “la scienza del futuro appartiene a chi sa controllare il tempo”.
Chi sostiene questa teoria crede che la famiglia Trump abbia ereditato da Tesla il segreto del tempo stesso: un sapere capace di prevedere, forse addirittura manipolare, il corso degli eventi.
Una spiegazione “alternativa” all’incredibile ascesa di Donald Trump, un outsider politico che in pochi anni divenne presidente degli Stati Uniti, quasi come se avesse saputo in anticipo ogni mossa del destino.
Da Tesla a Musk: il ritorno della visione
Ottant’anni dopo, un altro nome entra in scena: Elon Musk.
Visionario, inventore, ossessionato dall’energia rinnovabile, dall’intelligenza artificiale e soprattutto da Marte.
Il suo progetto SpaceX promette di rendere l’uomo una “specie multiplanetaria”, e il suo sogno è fondare una colonia sul pianeta rosso.
Un sogno che, a ben vedere, ricorda un altro libro dimenticato: Project Mars: A Technical Tale, scritto nel 1952 da Wernher von Braun, l’ex scienziato nazista che, grazie all’operazione Paperclip, divenne il padre della NASA.
In quel romanzo, von Braun descrive un futuro governo marziano guidato da un leader chiamato “Elon”.
Un titolo politico, non un nome proprio.
Ma oggi, a distanza di settant’anni, Elon Musk è l’uomo che sta effettivamente rendendo possibile quel sogno di conquista interplanetaria.
È l’ennesima coincidenza o la realizzazione di un piano scritto nel tempo?
Un disegno più grande
Nikola Tesla morì nel 1943.
John G. Trump studiò i suoi documenti segreti.
Ingersoll Lockwood descrisse un “Don” e un “Baron Trump” decenni prima che nascessero.
Wernher von Braun scrisse di un “Elon” che avrebbe governato Marte.
E oggi, Elon Musk è il “profeta tecnologico” che guida l’umanità verso le stelle.
Forse non si tratta solo di una catena di coincidenze.
Forse esiste un filo invisibile, un progetto nascosto che attraversa il secolo, collegando scienza, potere e destino.
Un piano iniziato nei laboratori di Tesla, custodito dai Trump, annunciato nei romanzi di Lockwood, e ora portato a compimento da Musk.
E se il futuro che stiamo vivendo fosse già stato scritto, da uomini che avevano imparato a guardare oltre il tempo stesso?
Fonti principali:
- Nikola Tesla, FBI Tesla Files, National Archives (declassificati parzialmente nel 2016)
- Ingersoll Lockwood, Baron Trump’s Marvelous Underground Journey (1893) e The Last President (1896)
- Wernher von Braun, Project Mars: A Technical Tale (1952)
- Testimonianze e dichiarazioni storiche su John G. Trump, Massachusetts Institute of Technology Archives
- Biografie di Elon Musk e Donald J. Trump
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