Attualità e Politica

Il trattato sulla Carta dell’energia: come i tribunali ombra prolungano l’era fossile dell’Europa

Un contratto che si trasforma in un’arma a doppio taglio per gli stati e trattiene l’Unione Europea nella sua transizione verso le energie rinnovabili.

Il testo del video

T – C – E , un oscuro acronimo, che tuttavia potrebbe decidere il futuro verde dell’Europa 

 

Il trattato sulla Carta dell’Energia è un accordo firmato da 53 paesi nel mondo, assegna alle imprese del settore energetico un enorme potere di citare in giudizio un paese chiedendo risarcimenti per miliardi, ovviamente  tutto denaro dei contribuenti, qualora ritenessero che quel governo abbia danneggiato il loro investimento.

 

In uno di questi casi, la Russia fu condannata a pagare 50 miliardi di dollari alla compagnia petrolifera Yukos, piu o meno la stessa cifra che la Russia paga ogni anno per fornire assistenza sanitaria a 95 milioni di russi, ovvero al 65% della popolazione.

 

I giornalisti di Investigate Europe hanno voluto sbirciare in questo buco nero: i casi non vengono decisi nei tribunali nazionali o internazionali da giudici che operano nel rispetto di leggi ordinarie, ma da arbitri che seguono regole vaghe volte a difendere gli interessi dell’industria energetica, nell’ambito di un processo caratterizzato da forte mancanza di trasparenza.

 

Gli Avvocati spesso schiacciati dai conflitti d’interesse, assumono a turno il ruolo di rappresentanti dei clienti in qualita di consulenti legali e di arbitri chiamati a giudicare i casi, guadagnando grandi fortune nei processi, e le imprese spesso si nascondono dietro fittizie“società di comodo” per poter fare causa agli stati.

 

ma come siamo arrivati fin qui?

 

Negli anni ’50 le ex potenze coloniali crearono il sistema dei BIT, ossia dei trattati bilaterali per gli investimenti, per proteggere i loro beni dagli stati divenuti da poco indipendenti.

 

Nel 1990 fu stipulato  in Europa  il trattato sulla Carta dell’Energia, e ora, trent’anni dopo, l’Europa sta assaporando la sua stessa medicina:

 

Una valanga di cause da parte di compagnie  che sfruttano combustibili fossili potrebbe stravolgere la transizione dell’Europa verso un’economia sostenibile.

 

Anche solo la minaccia di essere citati in giudizio sulla base del trattato sulla Carta dell’Energia può portare a un congelamento normativo, situazione che si crea quando Un governo ha paura di approvare nuove leggi.

 

Nel caso Vermilion contro Francia il governo francese aboli l’ambiziosa regolamentazione prevista in tema di clima solo affinche  una compagnia petrolifera canadese non facesse causa.

 

L’Europa dice ora di voler rivedere il trattato sulla Carta dell’Energia, ma questo appare piuttosto impossibile perché richiederebbe il consenso di tutti i 53 stati firmatari

 

E anche qualora uno stato si ritirasse,entrerebbe in gioco la cosiddetta “clausola zombie”, per cui lo stesso potrá ancora essere citato in giudizio per altri  vent’anni.

 

Nel caso Rockhopper contro Italia,l’Italia fu citata in giudizio da una società petrolifera britannica in base al trattato sulla Carta dell’Energia, nonostante si fosse ritirata dall’accordo. 

 

Investigate Europe fa luce su questo trattato che è davvero poco conosciuto, ma che potrebbe essere disastroso per il futuro verde dell’Europa.


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3 comments

Iosefina Claudia 01/02/2022 at 08:54

Ecco perché io tifo per la guerra, tutto questo deve finire. Cè una tale corruzione a livello mondiale, che soltanto un ripristino totale potrebbe mettere fine al dominio di questi malvagi

Roberto 01/05/2021 at 14:43

Spero che Putin, nel caso contro la Yukos, abbia “provveduto”.. facendo sparire i dirigenti di quell’azienda o facendogli avere strani incidenti d’auto.

Un po’ di Giustizia “alla russa” a questi squali finanziari non guasta.

Sergio Salvelli 01/05/2021 at 12:29

Siamo sempre li’ ,chi controlla i controllori ? L Onu …..?…Mi pare di no…..quindi ? CONTROLLORI SENZA CONTROLLO = ABUSO = SCHIAVITU’.Piace la schiavitù ? SI = Morte lenta ma sempre morte.
No= Guerra al sistema con morti di sicuro ma forse speranza di vita.

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