Palantir: l’azienda che sa tutto di tutti (e perché questo dovrebbe farti riflettere)
Condividi5C’è un’azienda che nel 2024 è cresciuta del 340% in borsa.
Non produce telefoni.
Non produce auto.
Non produce software per giocare o fare video su TikTok.
Produce potere.
Un potere silenzioso, invisibile, ma devastante:
la capacità di sapere tutto di tutti.
Quest’azienda si chiama Palantir.
Lavora con la polizia.
Con gli eserciti.
Con i servizi segreti.
Solo con governi “amici” degli Stati Uniti.
Solo con Paesi NATO o allineati.
E già questo dovrebbe farti drizzare le antenne.
Quell’azienda si chiama Palantir.
Lavora con la polizia, con gli eserciti, con i servizi segreti. Lavora solo con governi allineati agli Stati Uniti, con Paesi considerati “amici”, mai con chi sta dall’altra parte. Già questo dovrebbe farci capire che non stiamo parlando di una semplice software house, ma di qualcosa di molto più profondo.
Palantir non vende prodotti. Vende capacità decisionale. Vende la possibilità di vedere ciò che altri non vedono, di collegare informazioni sparse, di anticipare scenari. In altre parole, vende potere.
Vedere lontano, vedere prima
Il cuore di Palantir è l’analisi dei dati. Ma non nel modo in cui siamo abituati a immaginarla. Qui non si parla solo di fogli Excel più sofisticati o di statistiche avanzate. Si parla di sistemi capaci di raccogliere enormi quantità di informazioni, metterle insieme e costruire modelli di comportamento.
Non è fantascienza.
È realtà operativa.
Con i suoi sistemi è in grado di:
- prevedere movimenti di persone
- anticipare conflitti
- individuare reti criminali
- orientare strategie militari
- influenzare scelte politiche ed economiche
In pratica: chi controlla Palantir, controlla la visione del mondo.
Non a caso il nome Palantir viene dalle pietre veggenti di Tolkien, oggetti magici che permettevano di vedere luoghi lontani e perfino frammenti di ciò che doveva ancora accadere. Ma con un dettaglio inquietante: non mostrano mai tutta la verità, mostrano solo ciò che vogliono farti vedere.
Una metafora perfetta.
Chi c’è davvero dietro Palantir
Dietro Palantir non c’è il classico imprenditore tech. Alex Karp è un filosofo, non un ingegnere. Ha studiato filosofia, diritto, ha lavorato in ambito accademico in Germania, a contatto con pensatori come Jürgen Habermas. Una formazione che, sulla carta, non ha nulla a che vedere con la guerra o con la sorveglianza.
Eppure, a un certo punto della sua vita, Karp riceve una telefonata da Peter Thiel. Thiel nel frattempo ha già fondato PayPal, ha fatto i soldi, e sta cercando qualcosa di nuovo. Qualcosa di più grande. L’idea è semplice e allo stesso tempo inquietante: prendere i sistemi antifrode di PayPal e applicarli alla sicurezza nazionale, soprattutto dopo l’11 settembre.
Da quell’idea nasce Palantir.
Quando la CIA dice sì
Nel 2004 accade qualcosa che cambia tutto. La CIA non solo diventa cliente di Palantir, ma investe direttamente nella società attraverso il suo fondo di venture capital, In-Q-Tel. È il primo vero riconoscimento istituzionale e, di fatto, l’ingresso di Palantir nel cuore dell’apparato di intelligence americano.
Da quel momento in poi Palantir cresce nell’ombra. I suoi software vengono usati sul campo, in operazioni militari e di intelligence, ma quasi nessuno ne parla. Troppa segretezza, troppi vincoli. Solo anni dopo, quando alcune informazioni iniziano a filtrare, si capisce quanto il suo ruolo sia diventato centrale.
Secondo le stesse parole di Karp, Palantir è coinvolta in più della metà delle operazioni di intelligence e militari degli Stati Uniti. Un’affermazione enorme, che non viene mai smentita ufficialmente.
Dalla guerra alle aziende… e ritorno
Col tempo Palantir inizia a lavorare anche con aziende private. Banche, industrie, multinazionali, catene di ristorazione. Ufficialmente lo fa per crescere, per diversificare. Ma lo stesso Karp è sempre stato chiaro: il cuore dell’azienda resta l’applicazione militare.
I servizi per le aziende servono anche a un’altra cosa: accedere a una quantità ancora maggiore di dati. Dati che noi stessi cediamo ogni giorno, spesso senza rendercene conto, accettando termini e condizioni, autorizzazioni, consensi automatici. Informazioni su dove siamo, cosa facciamo, come ci comportiamo online, come prendiamo decisioni.
Messi insieme, questi dati diventano una mappa dettagliata della società.
Gotham, Foundry, Apollo: i tre livelli del controllo
Palantir divide i suoi strumenti in tre piattaforme principali:
Gotham – la guerra
Usata solo da Stati e alleati USA.
Analizza enormi quantità di dati, anche sensibili, per:
- sventare attentati
- localizzare bersagli
- guidare decisioni militari
Si dice (non ufficialmente) che sia stata usata anche per trovare Bin Laden.
Foundry – le aziende
Qui entra in gioco anche la tua vita quotidiana.
Foundry usa dati legalmente acquistabili:
- localizzazione
- comportamenti online
- abitudini di consumo
- profili psicologici
Tutti quei dati che hai “accettato” cliccando Accetto i termini e condizioni.
Apollo – integrazione totale
Collega Palantir ai sistemi interni delle aziende clienti.
Una volta dentro, uscire è difficilissimo.
Difendere la libertà creando il controllo
Qui nasce la contraddizione più grande. Karp e Thiel sono convinti che Palantir serva a difendere i valori occidentali, la democrazia, lo stato di diritto. Nella loro visione, rendere più forti gli Stati Uniti significa rendere più sicuro il mondo.
Ma gli strumenti che stanno costruendo raccontano anche un’altra storia. Perché lo stesso sistema che oggi viene usato contro terroristi e nemici esterni potrebbe domani essere usato per controllare i cittadini. Non per scelta malvagia, magari, ma per “necessità”, per “sicurezza”, per “emergenza”.
La storia ci ha insegnato che i sistemi di controllo non nascono mai per reprimere. Nascono sempre per proteggere.
Non è un’azienda: è un’arma
Alex Karp non lo nasconde.
Per lui Palantir è un’arma.
Un’arma necessaria – secondo lui – per garantire l’egemonia americana e la diffusione dei valori occidentali.
Il problema è uno solo:
Le stesse armi che “difendono la libertà” possono distruggerla.
Se domani:
- un governo diventasse autoritario
- o cambiasse l’ideologia dominante
- o decidesse di usare questi strumenti contro i cittadini
Palantir renderebbe qualunque stato totalitario, efficiente e quasi indistruttibile.
Perché Palantir esplode nel 2024
Nel 2024 Palantir cresce in modo verticale. I profitti aumentano, la domanda esplode, il valore in borsa quadruplica. In parte c’entrano i conflitti globali, in parte l’intelligenza artificiale. Palantir integra l’AI nei suoi sistemi e la presenta apertamente come un’arma strategica.
Alex Karp arriva persino a paragonare l’intelligenza artificiale alla bomba atomica, dicendo che il mondo non ha ancora capito cosa sta per succedere. E forse, su questo punto, ha ragione.
La vera domanda
Il vero punto non è Palantir.
Il vero punto è il mondo che stiamo costruendo.
Un mondo dove:
- tutto è tracciabile
- tutto è prevedibile
- tutto è modellabile
Un mondo dove la libertà esiste finché è compatibile con il sistema.
Palantir non è il male assoluto.
È semplicemente lo specchio del futuro che stiamo accettando senza farci domande.
E come sempre, la domanda non è: “lo faranno?”
Ma: “quando e contro chi?“

