Il mito dell’uomo della caverna, la verità non piace a tutti
Condividi127Il mito dell’uomo della caverna di Platone è un classico della filosofia. Questo racconto spiega come la verità può essere così scomoda per alcuni da farli rimanere in una situazione negativa piuttosto di cambiare in meglio.
Si immaginino dei prigionieri che siano stati incatenati, fin dalla nascita, nelle profondità di una caverna. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare il muro dinanzi a loro.
Si pensi, inoltre, che alle spalle dei prigionieri sia stato acceso un enorme fuoco e che, tra il fuoco ed i prigionieri, corra una strada rialzata. Lungo questa strada è stato eretto un muretto lungo il quale alcuni uomini portano forme di vari oggetti, animali, piante e persone. Le forme proietterebbero la propria ombra sul muro e questo attirerebbe l’attenzione dei prigionieri. Se qualcuno degli uomini che trasportano queste forme parlasse, si formerebbe nella caverna un’eco che spingerebbe i prigionieri a pensare che questa voce provenga dalle ombre che vedono passare sul muro.
Mentre un personaggio esterno avrebbe un’idea completa della situazione, i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente alle proprie spalle e non avendo esperienza del mondo esterno (incatenati fin dall’infanzia), sarebbero portati ad interpretare le ombre “parlanti” come oggetti, animali, piante e persone reali.
Si supponga che un prigioniero venga liberato dalle catene e sia costretto a rimanere in piedi, con la faccia rivolta verso l’uscita della caverna: in primo luogo, i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del sole ed egli proverebbe dolore. Inoltre, le forme portate dagli uomini lungo il muretto gli sembrerebbero meno reali delle ombre alle quali è abituato; persino se gli fossero mostrati quegli oggetti e gli fosse indicata la fonte di luce, il prigioniero rimarrebbe comunque dubbioso e, soffrendo nel fissare il fuoco, preferirebbe volgersi verso le ombre.
Allo stesso modo, se il malcapitato fosse costretto ad uscire dalla caverna e venisse esposto alla diretta luce del sole, rimarrebbe accecato e non riuscirebbe a vedere alcunché. Il prigioniero si troverebbe sicuramente a disagio e s’irriterebbe per essere stato trascinato a viva forza in quel luogo.
Volendo abituarsi alla nuova situazione, il prigioniero riuscirebbe inizialmente a distinguere soltanto le ombre delle persone e le loro immagini riflesse nell’acqua; solo con il passare del tempo potrebbe sostenere la luce e guardare gli oggetti stessi. Successivamente, egli potrebbe, di notte, volgere lo sguardo al cielo, ammirando i corpi celesti con maggior facilità che di giorno. Infine, il prigioniero liberato sarebbe capace di vedere il sole stesso, invece che il suo riflesso nell’acqua, e capirebbe che:
«è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere causa, in certo modo, di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano.»
(Platone, La Repubblica, libro VII, 516 c – d,)
I prigionieri immobilizzati davanti al muro, incapacitati nel guardare indietro, fissano la parete e vedendo delle ombre, in realtà modellini proiettati dalla luce di una torcia, credono che esse siano vere figure umane.
Resosi conto della situazione, egli vorrebbe senza dubbio tornare nella caverna e liberare i suoi compagni, essendo felice del cambiamento e provando per loro un senso di pietà: il problema, però, sarebbe proprio quello di convincere gli altri prigionieri ad essere liberati. Infatti, dovendo riabituare gli occhi all’ombra, dovrebbe passare del tempo prima che il prigioniero liberato possa vedere distintamente anche nel fondo della caverna; durante questo periodo, molto probabilmente egli sarebbe oggetto di riso da parte dei prigionieri, in quanto sarebbe tornato dall’ascesa con “gli occhi rovinati”. Inoltre, questa sua temporanea inabilità influirebbe negativamente sulla sua opera di convincimento e, anzi, potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce, in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell’accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte.
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14 comments
Il mito della caverna di Platone, il mondo delle idee è particolarmente attuale e adatto al mondo moderno, grazie Morris ❤️
Non conoscevo questo mito ma è esattamente ciò che tanti di noi stiamo vivendo.
Un abbraccio a te Morris e tutti i tuoi collaboratori di numero6 💫💫💫
Questa allegoria o metafora ha mille sfaccettature da cui prendere spunto per una serie di analisi.Platone parla dalla conoscenza e dall’educazione .La conoscenza ci allontana dall’ignoranza e a sua volta la divide in conoscenza sensibile e conoscenza razionale.La conoscenza sensibile é quella del mondo delle cose,congetture e credi vari mentre la razionale rappresenta il mondo delle idee a cui dovremmo tendere e arrivare al mondo dell’iperurania.Quale migliore allegoria se non il mito della caverna per spiegare le sue teorie?
Purtroppo oggi nella scuola si pascola,a volte quando parlo con giovani che hanno fatto studi classici mi rendo conto che non conoscono quelle “famose frasi latine” che la mia generazione si porta nel Dna,non sanno memmeno tradurle, purtroppo!
Mito attualissimo, la filosofia è la base della vita, peccato che questi disturbati non vogliono che si insegni più. Hanno paura che la mandria si risvegli.
Bravi come sempre.
Ciao Morris ho la raccolta di tutte le opere di Platone (scritto da Giovanni reale edito UTET) . In pratica parli della storia della caverna inserita nel Timeo (se non ricordo male) . Bellissima e ricca di simbolismo , che da un reale spunto a chi lo legge , se lo sa comprendere, ma in generale tutte le opere di Platone sono veramente eccezionali e dovrebbero essere studiate a fondo a scuola perché danno spunti di pensiero e ragionamento eccezionali, cosa che oggi non vengono dati nella scuola. Il suo maestro Socrate gli insegnò bene , dopo tutto uno che preferisce morire assumendo cicuta pur di non travisare il suo modo di vedere e credere la giustizia, merita solo rispetto … Ciao carisismo
ahn no mi sono sbagliato… nel Timeo si parla di Atlantide mentre è nel capitolo la repubblica come dici tu che si trova la storia della caverna di Platone.. eheheh sono anni che non lo leggo porta pazienza.;-)
Davvero interessante e rispecchia molto la realtà.
Bravissimi, è un racconto chiarissimo anche per chi non ne avesse mai sentito parlare : )
MORRIS QUANDO LA INTERVISTI ELEONORA BRIGLIADORI?
Ciao Casteddu, abbiamo provato a metterci in contatto con lei più volte e su diversi canali, ma non ha mai risposto.
Se non L hai visto : guardati “ REVOLVER “
Di guy Ritchie l ex a Madonna ………
Quando un essere umano arriva ad amare Platone e in generale la filosofia è un uomo completo (Morris lo sei anche se non te ne vanti).
In particolare il mito della caverna è di grande attualità perché invita ad uscire dalle apparenze per approdare alla luce.
Thanks Roby
In questa tua difficile impresa ti sosterrò sempre.