Dalle minacce ai fatti: cosa succederebbe se una bomba atomica ci colpisse?
Condividi162Non ci pensiamo troppo, ma ad oggi ci sono così tante testate nucleari che potrebbero attaccarci efficacemente quando meno ce lo aspettiamo.
Cosa succederebbe se esplodesse una bomba nucleare su una città?
Immagina, per un momento, che l’immaginabile accada davvero: pensa se una grande città venga colpita da una bomba nucleare. Ora, nessun numero potrebbe eguagliare la devastazione che tutto ciò andrebbe a causare ma possiamo comunque provare a fornire un numero di possibili decessi. O almeno, possiamo cercare di comprendere, basandoci sulle nostre conoscenze, cosa sarebbe in grado di causare ad una città, e ai suoi abitanti, un’esplosione nucleare.
Partiamo dal presupposto che la bomba venga fatta esplodere in aria, per massimizzare l’impatto delle radiazioni, circa come l’evento accaduto in Giappone nel 1945, con l’unica differenza che utilizzeremo una testata di 800 kilotoni, una bomba considerata relativamente grande per l’arsenale, ad oggi disponibile, nel campo del nucleare ma mille volte più potente dell’arma scagliata su Hiroshima.
Subito dopo la detonazione, una palla infuocata, calda quanto il sole, si espanderebbe in un raggio di 800 metri: chi si dovesse trovare in procinto di essa, verrebbe vaporizzato e gli edifici nel raggio di 2 chilometri sarebbero distrutti, supponendo, infine, che praticamente nessuno sia sopravvissuto all’interno di quell’area. Se davvero nessuno è stato in grado di mettersi in salvo davanti a tale evento e prendendo in considerazione la densità della popolazione in una città come quella, dovremmo fissare il tasso di morti a una cifra pari a 120.000 persone. spostandoci dal punto esatto dove è avvenuta l’esplosione, il numero di morti sarebbe ancora più complicato da stabilire. Il calore irradiato sarebbe abbastanza potente da causare, sulla pelle esposta, ustioni di terzo grado anche a 11 chilometri di distanza dal punto dell’esplosione; più vicino sarai al punto di detonazione, più il calore sarà talmente tanto intenso da far infiammare i vestiti e la pelle stessa. Diciamo però che molte delle persone presenti nel raggio potrebbero trovarsi all’interno di edifici, al riparo e, quindi, non esposte in maniera diretta; ma la maggior parte delle strutture che potrebbero fungere da schermo sarebbero in realtà le prime a causare pesantissime lesioni: i detriti scaraventati in aria dalla forza della bomba andranno poi ad abbattersi su tutti gli altri edifici, distruggendoli. Come stima approssimativa, potremmo affermare che la metà delle persone, tra i 2 e gli 11 chilometri dal raggio di esplosione, vengano uccise dalle bruciature, dai detriti, dal fumo, dagli edifici che crolleranno e dalla future malattie causate dalle radiazioni; tutto questo, approssimativamente tradotto in numero di morti, sarà eguale a mezzo milione di persone. La maggior parte di queste moriranno giorni, o forse settimane, dopo l’attacco: le malattie causate dalle radiazioni ci impiegano circa una settimana a venir fuori e molte delle polveri e delle ceneri messe in circolo dall’esplosione potrebbero essere pericolosissime, specialmente se provenienti dal punto esatto dove la bomba è esplosa. La velocità e la distanza con le quali queste particelle andranno a diffondersi nell’aria dipenderà dal vento e da molti altri fattori.
Ora, presupponendo che questa simulazione fa riferimento a un attacco per via aerea, produrrà una pioggia di residui radioattivi molto meno significativa che singoli attacchi terreni, miranti a silos o bunker; perciò, dati questi presupposti, avremo a che fare con un numero di morti relativamente minore rispetto allo spazio fisico che verrà danneggiato da questo attacco. Se l’esplosione dovesse verificarsi adiacente alla superficie terrestre, in quel caso, il numero dei decessi sarebbe superiore ad ogni altro, ma molto difficile da predire.
Teoricamente, le morti causate da contaminazione radioattiva, potrebbero essere ridotte se le persone evitassero di esporsi alle precipitazioni successive all’evento, soprattutto nei giorni critici seguenti.
Parlando di rifugi, durante la Guerra Fredda la gente era più preparata a doversi riparare in appositi bunker anti-radioattivi; ad oggi non se ne parla più e non vengono più costruiti rifugi utili a questo tipo di protezione. Neppure nelle scuole vengono più effettuate esercitazioni, in caso di attacco. In generale, cerchiamo di evitare di parlare di un’eventuale bisogno di sopravvivere ad un attacco nucleare, il che, in un certo senso, è una cosa quasi positiva perchè dimostra la relativa tranquillità nella quale possiamo dire di trovarci, essendo terminata da anni la Guerra Fredda. Quando le nazioni sono meno attente, il rischio di incidenti è senza dubbio ridotto ma l’arma nucleare rimane comunque, ad oggi, una delle più grandi minacce esistenti per l’uomo, ricordandoci che stiamo entrando in una nuova era nella storia delle scoperte nucleari. I precedenti trattati sulle armi nucleari sono stati ripresi in considerazione e i paesi, sia quelli più influenti che quelli meno in vista, si stanno interfacciando con la possibilità di una nuova corsa alle armi, soprattutto considerando quanto la tecnologia, negli ultimi anni notevolmente evoluta, possa essere oggi un grande strumento di vantaggio per alcuni paesi.
I missili nucleari attualmente costruiti, orbitano intorno alla terra ad un’altezza molto elevata, rendendosi perciò immediatamente visibili ai radar durante il loro volo.
Il problema si riscontra però quando alcuni tipi di veicoli ipersonici vanno ad orbitare molto vicino alla terra, attraversando l’atmosfera ad almeno una velocità cinque volte superiore a quella del suono, dando ai paesi sotto attacco un tempo veramente minimo nel quale poter reagire. Ricordiamoci infatti che molti dei momenti più pericolosi durante la Guerra Fredda sono stati quelli in cui i paesi nemici cercavano di annientare il loro avversario giocando sul tempo di reazione a loro disposizione: meno tempo si aveva a disposizione e più probabilmente si sarebbe verificato un tragico incidente.
Inoltre, vi sono particolari tipi di testate nucleari, più piccole, che tendono ad offuscare la sottile linea che separa le armi convenzionali da quelle nucleari, provvedendo a fornire una strada più precaria per l’escalation al nucleare.
Per i cittadini, il dialogo politico in materia di armi nucleari può sembrare un argomento complesso, anzi intimidatorio ma i grandi leader considerano spesso la percezione del pubblico in questo ambito, nel momento del dibattito politico internazionale: in molti paesi, l’opinione delle persone, che andranno a votare, è un fattore tenuto in estrema considerazione.
Sia che voi crediate che le armi nucleari abbiano reso il mondo un posto più sicuro oppure più pericoloso, dovrete comunemente concordare che una bomba di tale potenza, racchiude in sé un rischio senza precedenti; ci sono però cose e atteggiamenti che possiamo assumere per cercare di mantenere il rischio al livello più basso possibile. Ad esempio, minimizzando il numero di paesi che potrebbero entrare in possesso di una bomba, riducendo gli arsenali ancora presenti dell’ex Guerra Fredda, stabilizzando le corse alle nuove tecnologie e, infine, promettendo di non divenire mai il primo paese a causare un attacco. Queste sono le idee che già erano state esposte nei trattati precedentemente firmati e, alcuni di questi sono stati rispettati per molti decenni, altri sono in procinto di essere rotti e ad altri invece non resta che un ultimo passaggio per essere resi realtà.
Rimanendo fedeli e saldamente attaccati ai nostri obiettivi ed evitando di dimenticare le conquiste diplomatiche ottenute, possiamo continuare a lavorare per far sì che questo incubo non divenga mai realtà.
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6 comments
Fratello… ‘Immagina l’inimmaginabile!’ non ‘Immagina l’immaginabile’…
Lasciamo sto posto di m…. e troviamo pace .
Dico che il giorno dopo la puzza di carne in putrefazione farà capire ai sopravvissuti che era meglio se fossero morti subito, poiché le radiazioni, gli alimenti e l’acqua contaminate, gli atti di violenza per procurarsi il cibo e l’acqua dei sopravvissuti (che non sanno di essere morti che camminano) daranno il via ad atti animaleschi. Non potrete parlare con nessuno perché ogni persona sarà pronta a uccidervi anche per motivi futili . Lo shock psicologico in questi casi, da inizio a una caduta della mente umana a uno stato animalesco e per nulla logico. Evitare ogni umano e ogni situazione che possa essere anche solo possibilmente pericolosa. Stare nascosti, non fidarsi dei militari potrebbero incarcerarvi per aver anche solo posseduto certi attrezzi io oggetti, oppure sequestrarvi ogni cosa con la scusa della necessità (loro ovviamente). Non esisterebbe più legge… quindi fatevi un tatuaggio nella mente: Non fidatevi di nessuno anche di quelli che sembrano dolci e teneri come i bambini che potrebbero essere usati come esche per gruppi … Se potete rubate ciò di cui avete bisogno , non bevete acqua che non potete controllare se sia radioattiva…. cecate residui di acqua presenti nelle tubature peché presenteranno meno radioattività. Preferite prodotti in scatola a quelli freschi perché saranno meno radioattivi … non soggiornate all’aperto specie vicino alle zone direttamente colpite (neve raioattiva ovveo cenere di oggetti e umani inceneriti dall’esplosione). Dopo 6 mesi si potrebbe stare all’aperto per periodi brevi ma state sempre attenti a pioggia e neve … insomma: in questi casi È PREFERIBILE MORIRE SUBITO..
Le menti malate ci sono sempre state ,ma arriverà un attacco perché alla fine questa gente malata lo farà …si sono costruiti bunker …ma creperanno anche loro …le nostre anime si innalzerenno alla luce e loro finiranno nel Deep Hell
Buongiorno Morris, credo che se ognuno di noi volesse vivere solo di AMORE non si porrebbe nessun problema ma purtroppo non mi spiego il xché ma siamo pieni di rancore invidia ed ODIO …😞 vorrei svegliarsi domani e ritrovarmi circondata da sorrisi e persone che si prendono cura l’una dell’altra …ma ahimé mi ritrovo sempre a rivivere quel giorno quando a 5 anni tiravo sassi contro 2 ragazzi che torturavano un povero gattino ed in risposta fui inseguita e minacciata con tanto di coltello😒, correvo veloce e me la cavai ma oggi continuo a lottare x i deboli ( come posso nelle mie possibilità) e continuo a correre….un abbraccio 😘
….ci hanno costruiti male….e male finiremo.