Interviste ScomodeGratis

Clarissa Celli e lo Smart Working

Oggi intervistiamo Clarissa Celli, un’esperta che oggi ci parla di alcuni aspetti dello smart working che in molti non sono al corrente!

Buona visione!


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19 comments

andrea 23/10/2020 at 13:00

Morris hai sbagliato ; bisogna ribattezzarlo Kill Gates !

malmostaura 15/10/2020 at 21:42

A me sembra roba da pazzi….non ci vedo tutta questa “figata”, ma solo una grande spersonalizzazione dell’essere umano.
Come sempre, lo strumento può essere molto utile in determinate circostanze, ma nulla può sostituire l’interazione fisica tra esseri umani.

zadi 15/10/2020 at 19:58

Manipolazione. Ancora una volta sola e pura manipolazione. Il loro scopo è quello di “farti sentire in un ambiente falsamente più familiare, aprendo varchi al tuo remoto emozionale-sentimentale di bambino-persona, per poi indurti a lavorare al meglio”; lo farai “inconsiamente spontaneamente”, indotto da un sentimento di familiarità (finta) intrapresa con il consulente/datore di lavoro. Siamo esseri di branco, empatici, bisognosi di amore e affetto, accettazione, familiarità appunto. Quando questi bisogni vengono in parte o in toto appagati, sì, diamo il meglio di noi, ci sentiamo felici, ripagati, sentiamo che la nostra vita ha un senso, perché ci sono “delle persone, i nostri datori di lavoro che contano su di noi, si interessano a noi (falsamente: stiamo parlando di TECNICHE, STRATEGIE DI CONTROLLO)… Non siamo sul piano filosofico umano ove si cerca di comprendere il tessuto umano per il suo bene, ma per un fine di interessi commerciali.
Poveri noi… Ho subìto purtroppo innumerevoli volte questo tipo di manipolazioni nel mondo del lavoro (e non solo) e a mia volta, a seconda del settore professionale in cui mi sono inserita, mi veniva propinato il metodo per ingannare il prossimo, indirizzandomi letture tipo “le armi della persuasione”: naturalmente, in tempi record, non mi hanno più vista.
Dietro i soldi, la vendita di un prodotto, di un bene, c’è all’apice un primario lavoro di PNL per ottenere ciò che desiderano i venditori, cioè, VENDERE, fare incasso. Per la maggiorparte delle persone-aziende (lo viviamo da sempre e a tutto tondo in questo momento storico) i fini giustificano tutti i mezzi.
Le persone come lei mi fanno paura. Sono senza vergogna. Lavorano nella stessa direzione dei satanisti, senza rendersene conto.
Se pensate stia esagerando, per me la verità è questa.
“Nel piccolo imbroglio, c’è anche il grande”.
Promuovono un mondo vuoto e virtuale.
Basti notare la sfilza di libri, siti, articoli digitando sul web “come convincere qualcuno” (o chiavi di questo tipo): avete tutto sotto gli occhi.
Lei lavora in questo settore: “come far sentire sùbito a proprio agio, essere subito “amici” con l’interlocutore”, saltare cioè importatissimi livelli basilari dell’interazione con l’altro, della conoscenza, per arrivare rapidamente alla sua accondiscenza-fiducia e farsi passare “per il buono che ti propone qualcosa di buono”. No. E’ solo per soldi.
Per interessi, ancora una volta, puramente economici, $OLDI-$OLDI-$OLDI, sono pronti a mettersi a tavolino tutti insieme (quello che fanno da millenni i malati mentali che ci governano) e capire per poi decidere come manipolare meglio il piccolo essere umano fin da tenera età o adulto, per spremerlo al meglio!!! Un vero succo di essere umano!! Distillato!!
Usano ancora una volta i lati più intimi della nostra persona: quando ti ha chiesto che lavoro facevi da bambino Morris è stata una domanda assolutamente personale. Peccato che questo interesse è indotto, non spontaneo. Certo era “una prova”… Ma non mi è piaciuta…
E’ una presa in giro.
Giochini di frasi a trabochetto: “dov’è la verità, dov’è la bugia”. Ma finiamola per favore. Ho il rigetto completo di tutto ciò.
Che mondo triste e lo propongono come fosse la miglior cosa!!
Che desolazione il futuro che questa gente propone… Questo è quello che vivo e gli adulti del domani, i bambini di oggi, cosa vivranno quando tutto sarà smart working? …
Ricordo con estremo desiderio, di uscire e con semplicità andare a bersi un buon caffè con un/a amico/a al bar…
Grazie Morris e team. Vi voglio bene.

Manola De Rubeis 17/10/2020 at 19:14

Com’è brutta l’ignoranza🧐

joonny cucchi 19/10/2020 at 15:57

già, la tua però!Vai vai a lavorare da casa, 2 giorni alla settimana…..pagata però come ti diranno loro! Se non ti piacerà poi, cavoli tuoi, c’è la coda di disoccupati pronti a prendere il tuo posto. Allora capirai chi era l’ignorante. J

joonny cucchi 19/10/2020 at 16:28

Meraviglioso commento Zadi. Tutte ste cazzate mi fanno venire il voltastomaco, sti burattini applaudono ai fili che li fanno muovere…..poveracci, come detto arriveranno a mangiarsi i microchip, mentre chi sa’ cos’è una carota o una patata vivrà ancora felice. Lasciamoli abdicare dalla naturalità, verso quei mondi virtuali di faccine sorridenti ad un “meraviglioso futuro”privo di emozioni, dove un banale black out, cancella tutto. J

zadi 19/10/2020 at 22:39

Ti ringrazio tanto Jonny!! So che ciò che penso può non essere condiviso, amato… Posso essere talvolta tagliente, spigolosa, pungente, ma dico quello che penso veramente, perché grazie a Morris lo posso esprimere… E lo faccio!!! E’ una liberazione!!! Grazie Morris. Mi dispiace se ho portato dispiacere a mia volta col mio commento… Ne ho subìte tante di queste angherie nella vita… Condivido a mia volta pienamente quello che hai scritto Jonny! Con poche righe c’è tutto il sunto!! Grazie mille ancora!! 🙂

nina 15/10/2020 at 16:02

La cosa grave è che sono tecniche che usano l’umanità delle persone per renderle più disponibili e efficienti al lavoro, spacciando tutto per qualità e ottimizzazione del tempo… Sembra più una manipolazione che una facilitazione. A me già la parola coach mi fa venire l’orticaria…..Capisco l’entusiasmo per chi crea queste tecniche, ma sono destinate a fare lo stesso sporco lavoro che stanno facendo i social:controllare mentalmente le persone. I social per far comprare e consumare e la facilitazione per far lavorare le persone sempre di più, illudendole di farle lavorare “meglio”… A questo proposito guardatevi “The social dilemma” su netflix…..

joonny cucchi 19/10/2020 at 16:18

Brava Nina. Non sò a te, ma a me in questa intervista, Morris non è stato molto coerente con ciò che ha sempre affermato, ultimamente mi sembra “ammorbidito”, e quel “ci piaccia o no”lo usi a volte in maniera leggermente fuori luogo. Io ho scritto ciò a lui direttamente, e spero che risponderà. Ciao J

nina 20/10/2020 at 18:03

Joonny, ero talmente concentrata (e sempre più arrabbiata…)su quello che diceva Clarissa Celli che non ho notato l’incoerenza di Morris.Nè ,in generale, ho notato i troppi “ci piaccia o no”. Anche perchè lo stile di Morris è basato più sulle domande che sul contraddittorio…Quello che invece sembra a me è che essendo gli intervistati suoi ospiti si senta in dovere di essere gentile, ma a volte rischia di essere “troppo” gentile

Donaz 15/10/2020 at 15:28

Fermor restando che e’ sempre interesssante parlare di questi argomenti, e che trovo anche questo un ottimo video, dico pero’ che a parole tutto bello (non sono critiche ma pensieri e considerazioni), ma poi nel concreto non vedo una transizione epocale come questa, facile da realizzare.
Tutti hanno conoscenze, passioni, hobbies, professionalita’ da spendere, ma c’e’ anche chi non ha nulla di tgutto questo, basandosi solo sulla capacita’ di svolgere esclusivamente un lavoro tradizionale, e secondo me questi sono la maggioranza.
Che bisogna sbattersi, cercando lavoro on line magari, e’ fuori discussione, questo e’ il futuro, ma per milioni di disoccupati presenti e futuri, che gli stati vogliono schiavi con forme assistenziali di miseria, chi si prendera’ in carico una transizione di questo tipo…chi fara’ da tramite tra chi cerca lavoro, e magari non ha competenze o le ha nei mestieri tradizionali, non ha dimestichezza con certi strumenti, anche per l’eta’ e per la scarsa formazione, o semplicemente per ignoranza, e le posizioni lavorative on line che si creeranno.
A me sembra che tutto sia lasciato all’iniziativa personale, all’essere imprenditori di se stessi. come liberismo vuole a chi e’ piu’ giovane ed ha iniziativa, e magari potere economico gia’ di suo, ma all’operaio, al capentiere, al tassista, ma ormai anche all’avvocato, al commercialista, ai professionisti con formazione specifica, che lavoro si puo’ proporre?
Chi portera’ a conoscenza dei diretti interessati i lavori smart?
Come si possono riciclare le loro competenze? Non credo che tutti possano riuscire a vivere delle proprie passioni ed hobbies on line, oppure siano in grado di cercarsi le opportunita’ di lavoro in smart working, adatte alle proprie caratteristiche.
Chi e’ piu’ giovane ed ha spirito di iniziativa puo’ cercare queste opportunita’, gli altri semmplicemente muoiono, o moriranno nell’attesa del reddito universale da fame, o vivranno con quello una vita di stenti, almeno finche’ i vaccini e il marchio ai quali saranno obbligati non li levera’ di torno.
Questo non vuole essere un discorso contro o pessimista.e’ solo che non tutti possono essere proattivi nella ricerca di tali occasioni e tutto e’ troppo fumoso, almeno al livello attuale, perche’ nessuno, incaricato delle questioni legate al walfare tradizionale, si fara’ da intermediario nel fare incontrare domanda e offerta, tranne le persone come la signorina Clarissa, la quale lavora in maniera professionale, ma privatistica, e come tale ovviamente andra’ retribuita….ma se non c’e’ una struttura di supporto valida a livello sociale, temo che la cosa poi vada a finire come e’ successo per i centri per l’impiego ed il successivo avvento delle agenzie di lavoro temporaneo…purtroppo ritengo che, oltre a dove pagare di tasca propria il lavoro professionale di chi si occupa di queste cose, e per un ex operaio oppure un disoccupato di lungo corso, credo sia comunque un bell’onere da sostenere,poi alla fine sara’ tutto lasciato all’iniziativa personale ne piu’ ne meno, e chi e’ giovane, sa usare certi strumenti, forse riuscira’ a cavarsela con lo smart working..per gli altri vedo solo un triste epilogo francamente….si badi bene che io non sono per nulla favorevole all’assistenzialismo,ma se non c’e’ la promozione e l’istituzione di strumenti anche a costo zero per l’utente, sia informativi che formativi, che funzionino in tal senso come una sorta di volano, vedo molto difficile un mettersi in moto a livello di massa, dei meccanismi che permettano una transizione verso un sistema lavorativo di smart working….penso piuttosto che si creera’ una area lavorativa on line di nicchia. e tutto il resto delle persone rimarra’ nelle pastoie assistenziali del reddito universale, oppure semplicemente scomparira’…s e poi e’ questo l’immutabile destino prospettiva di 7 miliardi abbondanti di persone, cosi’ sia e pace

nina 15/10/2020 at 16:42

Gli unici che forse si salveranno saranno gli imprenditori digitali come Clarissa Celli,ça va sans dire…. Gli altri saranno schiavi digitali tanto quanto quelli senza lavoro. Saranno forse schiavi di “serieA,” ma comunque schiavi. O meglio questi ultimi saranno servi….

Donaz 15/10/2020 at 18:05

molto probabile purtroppo…ma qualcosa bisognera’ pur fare…staremo a vedere come evolveranno le cose…anche se mi sa che butteranno davvero al peggio….comunque essere consapevoli e preparati a quanto succedera’ e’ gia’ un vantaggio…rispetto alle pecore mutandate poi lo e’ di sicuro

joonny cucchi 19/10/2020 at 16:01

Risposta esemplare la tua. Chiedo a questi “innovatori”se hanno imparato a fare il pane, o a coltivare un orto. Perchè se no dovranno mangiarsi i loro microchip. J

lupa 15/10/2020 at 15:04

Si siamo entrati con il turbo in questo mondo di cambiamenti xò, a mio modesto parere, all’essere umano resterà ben poco di UMANO.
Una condivisione, un sorriso, una carezza, l’Amore.
Bisogna andare avanti ma come è triste tutto ciò.
Grazie Morris e al team di Numero6. Un abbraccio.

Morris San 15/10/2020 at 16:15

un abbraccio

Morris San 15/10/2020 at 13:56

Ragazzi cosa ne pensate??

Stefano Boninsegna 15/10/2020 at 14:31

Mah, credo sia difficile che un over 50/60 accetti del tutto questa tecnologica essendo nato neglia anni in cui dove ci si dava una pacca sulla spalla, usare lo smart working a distanza la vedo una innovazione ben utile ma io credo che se possibile fare conferenze o riunioni di persona faccia a faccia resta sempre il modo migliore per confrontarsi….anche perché lo ha detto chiaro Diego Fusaro “il volto e le espressioni è il nostro biglietto da visita”…
Ciao Morris un abbraccio

joonny cucchi 19/10/2020 at 16:11

Cosa ne penso Morris? Per la prima volta NON mi sei piaciuto, hai detto almeno un paio di volte un “condivido”di troppo, a mio parere. Hai sconfessato alcuni tuoi commenti precedenti, dove sputtanavi (a ragione) lo “smart working”, quando per esempio parlavi dei parassi_statali, che ben contenti del ginovai_ruz stavano a casa a fare un czz, col pigiamino, che prima o poi sarebbero stati a casa, a lavorare davvero senza più ne sindacati ne contratti protetti, che alla minima protesta verranno defenestrati con un click, poichè la IA avrà preso il loro posto…..allora si che ci sarà da ridere…….

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