Effetto Placebo: riconosci la differenza tra l’acqua e una medicina?
Condividi54È noto che qualsiasi rimedio farmacologico scientificamente dimostrato ha due effetti terapeutici: un effetto farmacologico vero e proprio, legato al principio attivo contenuto nel farmaco, e un effetto placebo, legato al fatto che l’idea di assumere una sostanza con potere curativo ha di per sé un potere curativo.
Può funzionare sempre?
la mente può avere un enorme potere sui nostri corpi.
Persone che camminano sul carbone ardente senza alcun segno di dolore.
persone apparentemente normali che realizzano imprese di forza sovrumana o persone comuni che supera enormi avversità.
abbiamo tutti sentito queste storie.
ma fino a che punto può arrivare il potere della mente?
Che cosa puoi davvero fare semplicemente credendo e fidandoti della mente?
potresti, ad esempio, sbarazzarti di un mal di testa solo pensandoci? potresti metterti in forma credendo di esserti esercitato? Opppure ridurre i sintomi di una malattia senza una cura?
queste cose potrebbero sembrare troppo belle per essere vere ma… in realtà c’è un intero campo di ricerca scientifica empirica dedicato a questo fenomeno, l’effetto placebo.
L’effetto placebo è definito come un processo mentale che ti induce a credere che un finto trattamento abbia risultati terapeutici reali.
Le persone sembrano trarre beneficio dall’assunzione di una pillola o di un farmaco che in realtà non contengono ingredienti attivi.
A volte, l’effetto placebo può essere indotto dalle sole parole che non dovrebbero avere alcun effetto medico sul paziente eppure le ricerche dimostrano altro.
ci sono anche diversi tipi di placebo le pillole, le bevande,le iniezioni, è interessante il fatto che alcuni di questi sono più efficaci di altri, ma ne parleremo in seguito.
Nella maggior parte dei casi le persone che ricevono placebo credono di ricevere un vero trattamento medico.
Ad esempio in uno studio clinico per la prevenzione del covid19, un team medico ha scelto un integratore di vitamina C come placebo.
È stato scelto perché è opinione diffusa che gli integratori di vitamina C aiutano a prevenire il comune raffreddore e malattie come il covid19, anche se non ci sono quasi prove per dimostrare che sia davvero così.
Spesso, in certi scenari, i placebo tendono a funzionare anche quando i pazienti che li ricevono sanno che è solo una pillola di zucchero.
Nella storia dell’effetto placebo, l’inganno ha svolto un ruolo chiave, infatti il nome placebo deriva dal termine “placebo singers” persone che, secondo l’usanza francese, si presenterebbero ai funerali.
Si tratta di soggetti che non hanno quasi mai nulla a che fare con il defunto e si presentano al funerale solo per il banchetto che normalmente si tiene dopo il funerale.
Questi individui non si limitano a presentarti al funerale ma fingono tristezza e disperazione per la perdita del defunto.
Questo finto atto di compiacimento e tristezza è ciò a cui il termine placebo si riferiva prima di essere finalmente introdotto nel gergo medico.
L’effetto placebo è ormai comune nel gold standard delle rigorose pratiche medicinali.
come ha fatto questo atto di inganno ad arrivare nella pratica medica?
beh, come con tutte le buone invenzioni anche questa è stata sviluppata a partire da un dubbio.
Negli anni Settanta del Settecento John Hogarth, un medico britannico, era curioso dell’efficacia delle canne Perkins, si trattava di aste di metallo appuntite che avrebbero dovuto eliminare la febbre reumatica e la gotta.
Oltre ad essere una schifezza assoluta, questo trattamento era anche costoso.
Sembra che l’idea di questo medico fosse nata da un suo sospetto per il prezzo elevato del trattamento piuttosto che per la ridicolaggine della procedura che ad essere onesti non era poi così ridicola per quei tempi comunque.
Egli contestava che risultati simili si potevano ottenere usando canne molto più economiche.
Per dimostrare questa sua tesi ha usato bacchette di legno invece di quelle di metallo per curare la gotta e ha riferito che quattro pazienti su cinque hanno visto miglioramenti e così l’effetto placebo fu formalmente osservato per la prima volta.
Da lì gli scienziati si sono chiesti cosa potesse aver causato un effetto simile dato che il trattamento utilizzato non era un trattamento medico e sono stati avviati studi sui meccanismi del corpo che inducono l’effetto placebo
La teoria più importante sembra essere l’idea che c’è sempre stata una correlazione nella mente dei pazienti sulle cure mediche e sui suoi risultati.
Irving Kirsch considera l’effetto placebo come l’autoavverarsi per il paziente dei risultati attesi della cura, praticamente ci aspettiamo che le cure mediche facciano il loro lavoro e questo ci porta mentalmente a credere di stare effettivamente meglio.
Ci si potrebbe chiedere quanto sia vero oggi considerando che c’è così tanto scetticismo in alcune pratiche sanitarie.
Probabilmente hai già sentito la frase: un paziente guarito è un cliente perso per il medico.
Nonostante il crescente scetticismo, per qualche ragione rimane l’aspettativa che se ti viene prescritto qualcosa da qualcuno che dovrebbe sapere di cosa sta parlando, probabilmente funzionerà.
Tutti noi siamo portati a crederlo e quando prendiamo una pillola che ci viene prescritta vogliamo stare meglio.
La sensazione di stare meglio ha apparentemente più a che fare con l’atto di prendere la pillola o con qualsiasi intervento medico piuttosto che con il contenuto stesso del trattamento.
Quindi un medico premuroso può essere molto utile per alleviare in noi il dolore forse non la malattia ma sicuramente il dolore psicologico.
Tutto ciò contribuisce alla nostra percezione di un intervento medico, non vediamo necessariamente una pillola solo come un composto chimico a sé stante che dovremmo ingerire ma piuttosto consideriamo tutte le informazioni su chi la riceve, come funziona ,chi la prescrive e così via.
Inoltre l’effetto tende a variare a seconda della natura dell’intervento,
Ad esempio, un’iniezione è percepita come più invasiva di una pillola e quindi tende a indurre un effetto placebo più forte.
A questo punto sorge una nuova preoccupazione, se il il semplice atto di prendere una pillola può alleviare il dolore del paziente, quale motivo c’è per sviluppare un farmaco attivo dal punto di vista medico come un antidolorifico? Considerando che questi antidolorifici, come altri farmaci, tendono a portare un sacco di possibili effetti collaterali, creano dipendenza e persino un utilizzo abusivo
Qui entra in gioco lo studio randomizzato con il placebo:
nel corso di tale sperimentazione a un paziente può essere somministrato un farmaco attivo dal punto di vista medico che viene testato o un placebo solitamente una pillola di zucchero.
In seguito entrambi i gruppi di pazienti sono confrontati con un gruppo che non riceve niente, niente pillole, niente droghe, niente placebo
né pazienti, né ricercatori sanno chi ottiene il farmaco e chi il placebo, è tutto randomizzato per controllare due cose: Uno, evitare la possibilità di ottenere cure ingiuste da parte dei professionisti medici basata sulla conoscenza di chi sta ricevendo il farmaco effettivo
Due, per valutare risultati in base esclusivamente all’atto dell’intervento medico intrapreso
per esempio: dare loro una pillola piuttosto che il contenuto del medicinale stesso.
Solo se un medicinale è in grado di funzionare contro un placebo in tale sperimentazione in un modo statisticamente significativo verrà presa in considerazione la sua approvazione
Questo ha sicuramente senso, stai testando un medicinale per essere il più sicuro possibile sulla sua efficacia, giusto?
Ma occorre sottolineare che questo tipo di test viene solitamente eseguito quando c’è un reale disturbo da curare nei pazienti coinvolti nel testi, ciò significa che a una parte del campione viene negato l’accesso ad un medicinale che potrebbe potenzialmente aiutarli.
Sorgono problemi etici quindi.
Per tornare all’esempio dello studio covid 19 immagina dei pazienti che avevano ricevuto la promessa da un gruppo di ricercatori che stava lavorando con farmaci che potevano ridurre le tue possibilità di contrarre il virus.
ma ecco, una parte di quei soggetti non ha ricevuto alcun farmaco anche se credevano di averlo ricevuto.
Aspetti legali a parte, ovviamente tu ed io sappiamo che è stato fatto per un bene superiore.
I ricercatori generalmente adottano livelli di precauzione elevati per prevenire danni gravi e aggiornano le precauzioni man mano che emergono ulteriori prove.
ma come ti saresti sentito se fossi stato una delle persone a cui è stato somministrato il placebo?
Queste considerazioni rendono un po meno limpide le acque della ricerca nel campo dell’effetto placebo
Inoltre, sappiamo per certo che anche con malattie in cui l’effetto placebo offre risultati soddisfacenti, la malattia di fondo che ha causato il disagio nel paziente il più delle volte non viene trattato.
ad esempio l’asma è una delle malattie croniche che ha visto un miglioramento consistente dall’uso di placebo.
Alcuni pazienti sono stati testati; ad un gruppo è stato dato un inalatore con un farmaco chiamato albuterolo progettato per aprire le vie aeree, ad altri è stato somministato un inalatore con un placebo e altri non hanno ricevuto alcun intervento.
Non dovresti essere sorpreso di scoprire che i pazienti che utilizzavano l’inalatore con il placebo hanno raggiunto un livello di comfort molto più elevato rispetto a chi non ricevuto nessun intervento.
I risultati del placebo seguivano da vicino quelli del farmaco vero e proprio, ma da un esame più attento e approfondito, risulta che le misure oggettive della funzione polmonare erano notevolmente migliorate solo per i pazienti che assumevano il farmaco attivo dal punto di vista medico.
Questi risultati ci fanno capire che il placebo non altera i nostri meccanismi corporei tanto quanto altera le nostre esperienze soggettive, e questo non va a ridurre l’importanza del placebo.
La maggior parte delle volte malattie come l’asma sono aggravate non tanto dalla chiusura delle Vie aeree, ma piuttosto da uno stato di ansia intensificato da una sensazione di soffocamento e questo potrebbe spiegare perché i pazienti che hanno assunto il placebo pur senza miglioramenti nella funzione polmonare hanno dichiarato di sentirsi meglio.
Per rispondere alle domande iniziali:
Si uno studio riguardante un farmaco chiamato max salt ha dimostrato che semplicemente l’etichettatura dei farmaci che i pazienti assumono ha permesso loro di curare attacchi di emicrania riducendo l’intensità percepita.
I pazienti sono stati indotti a immaginare di aver preso il farmaco per l’emicrania quando in realtà non avevano ricevuto nessun farmaco.
sì, il personale delle pulizie alberghiere indotto a pensare che l’attività fisica durante il lavoro fosse sufficiente per dimagrire ha affermato di aver notato cambiamenti significativi nel peso corporeo, nel rapporto vita-fianchi e persino nella pressione sanguigna.
e sì, i pazienti con malattia di Parkinson a cui è stato somministrato placebo continua a guarire
Queste sono importanti notizie in quanto aprono la strada a potenziali trattamenti volti a migliorare la qualità della vita dei pazienti.
in effetti l’effetto placebo sembra aumentare, il che rende questi risultati ancora più importanti.
ci sono ragioni per dubitare dell’effetto placebo, per esempio, i ricercatori potrebbero essere inclini a spingere i partecipanti in un modo o nell’altro ad affermare le proprie convinzioni sull’efficienza di un farmaco e anche i partecipanti hanno i propri pregiudizi.
Si parla della possibilità che i partecipanti modificano le loro risposte una volta che si rendono conto di essere osservati.
la novità dell’esperienza di essere parte di una sperimentazione, la maggiore attenzione, tutte queste cose potrebbero influenzare ciò che un partecipante sta dicendo, poiché gran parte dell’efficacia dei placebo dipende da come si sentono i pazienti, in altre parole dalle loro esperienze soggettive, questa è una variabile cruciale e potenzialmente in grado di cambiare l’esperimento.
Si deve considerare anche la tendenza naturale della maggior parte dei pazienti a migliorare con il tempo ma i pazienti potrebbero attribuire erroneamente il miglioramento al medicinale che stanno assumendo.
Inoltre, se l’efficacia dell’effetto placebo dipende dalla nostra capacità di fare associazioni tra cure mediche e sollievo, temo che possa anche trasformarsi in un effetto negativo noto come effetto nocebo.
questo fenomeno descrive la situazione in cui l’aspettativa di un esito negativo induce risultati terapeutici negativi, l’esatto opposto dell’effetto placebo.
per esempio è stato scoperto che lo stesso placebo aumenta la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e induce sonnolenza a seconda che sia stata somministrata ai partecipanti come uno stimolante o depressivo.
i cambiamenti nei pazienti sono stati significativi in entrambi i casi ma esattamente opposti e questo è affascinante ma anche allarmante.
Infatti, questi ricerche dimostrano che l’effetto placebo potrebbe essere utilizzato per migliorare così tante vite, ma d’altra parte ti fa anche riflettere su quante persone sono infelici soltanto perché pensano le cose sbagliate.
prendi le diete ad esempio,
una volta stabilito che un determinato prodotto alimentare è incredibilmente dannoso per te perché qualcuno su Internet ha detto cosi, inizi a sviluppare un’associazione negativa molto forte.
Inizialmente semplicemente eviti quel cibo ma poi inizi a leggere le etichette degli altri cibi e scopri che questo ha un po ‘di questo e un po’ di quello e inizi lentamente a toglierti le cose dal piatto.
il risultato, quasi sempre, è una dieta insostenibile e forse addirittura malsana.
finisci per essere infelice e in una battaglia costante contro la tua volontà, ben lontano dallo stile di vita sano per cui hai iniziato la dieta.
la cosa divertente o triste è che quel cibo che hai deciso di eliminare potrebbe non essere dannoso per te ma ti sei convinto che lo sia.
è straordinario come la storia dell’effetto placebo abbia avuto origine: da ladri affamati che farebbero qualsiasi cosa per guadagnare fino ad arrivare a trattamenti considerati fallimentari e contro i rigori del sistema medico, dall’attenzione alle cure a scrupoli etici che ancora fanno sorgere dubbi, l’effetto placebo a fatto molta strada.
e se hai mai preso un farmaco clinicamente approvato, è probabile che ti abbia aiutato in un modo o nell’altro.
ma l’effetto placebo è sempre stato qualcosa di più di quello che riguarda la medicina, riguarda anche noi umani, il modo in cui rispondiamo ai nostri stress e quanto sia importante sentirsi bene.
se è possibile ottenere così tanto solo con il potere dell’immaginazione, allora forse siete solo pochi bravi a pensare cose felici.
nel caso in cui tu ti sia dimenticato è tutto nella tua testa.
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7 comments
Eh si è tutto in testa
Molto interessante! Grazie Numero 6 Team! Top
Trovo interessante, anche la sindrome da camice bianco.
Grazie Gabriella. Un abbraccio
Prego.. Anche a te
Noi siamo fatti al 90 % di acqua, i nostri pensieri influiscono incredibilmente sull acqua come dimostrato dalle fotografie delle molecole di acqua congelata di masaro imoto….
consiglio a tutti di guardare la scena dell acqua del documentario di fisica quantistica ” what the bleep do we know”.
Secondo me spiega tutto sull effetto placebo/nocebo e anche su tante miracolose guarigioni attribuite ai santi per esempio senza che mi dilunghi io….
Fatto sta che la nostra difesa è il sistema immunitario. Basta fare una vita sana, mangiare cibo sano, sport e fare una vita positiva….
Il 97% è alla fine dei tempi