Il tuo cervello ti sta ingannando: è possibile fermarlo?
Condividi90Il cervello è un misterioso miracolo della natura. Ad oggi abbiamo tanto da imparare sulle vere capacità e su come sfruttarle al meglio.
Per ora abbiamo una domanda ben specifica: come mai il nostro cervello ci mente? Te ne sei mai accorto? Come fare a fermare tutto questo?
Il tuo cervello ti mente ogni giorno senza che tu te ne accorga.
Il cervello umano è estremamente potente, non c’è dubbio su questo, ma ha dei limiti. La tua mente ama semplificare le informazioni per arrivare a conclusioni più velocemente e questo comporta giudizi finali incorretti, o meglio denominati “pregiudizi cognitivi”.
Molto spesso accade infatti che sacrifichiamo la nostra precisione per dare spazio alla rapidità e ciò può avere alcuni effetti piuttosto significativi, specialmente quando lo facciamo tutti allo stesso momento.
Ma a volte, questi pregiudizi cognitivi sono legati di più a problemi di attenzione.
La nostra capacità di attenzione è infatti limitata, anche il migliore di noi ha una capacità di attenzione piuttosto ridotta, quindi dobbiamo essere particolarmente selettivi su ciò a cui prestiamo attenzione nel mondo che ci circonda.
Esistono diversi tipi di pregiudizi che influenzano il processo decisionale e nessuno di noi è immune ad essi. È un po’ sconvolgente se ci pensiamo ed inoltre questi sono più facili da individuare nelle altre persone piuttosto che in noi stessi.
Alcuni esempi quotidiani di pregiudizi possono essere il prestare attenzione alle notizie che confermano le tue opinioni, o attribuire il successo degli altri alla fortuna, ma poi prendersi il merito personale dei propri risultati.
Alla maggior parte di noi piace pensare di essere oggettivi, logici e capaci di accettare e valutare tutte le informazioni disponibili, ma, sfortunatamente questi pregiudizi il più delle volte ci portano a prendere decisioni sbagliate.
Ma c’è un modo per aggirare questo problema? Perché al nostro cervello piace mentirci in questo modo?
Tutto ruota intorno al tempo. Pensaci, se dovessi pensare a ogni possibile opzione quando prendi una decisione, ci vorrebbe una quantità di tempo smisurata. Senza la velocità di elaborazione non arriveremmo mai a prendere una decisione in tempo e, sotto questo punto di vista il tuo cervello ti sta facendo un favore enorme. La complessità del mondo e la quantità di informazioni che dobbiamo elaborare quotidianamente comporta necessariamente il fare affidamento ad alcune scorciatoie mentali note come “euristiche” che ci aiutano a prendere decisioni più rapidamente.
Facciamo un esempio: se i nostri antenati si fossero presi il tempo di elaborare ogni minima informazione quando cercavano di sfuggire agli animali selvatici, molti di noi sarebbero potuti esser qui oggi.
Queste scorciatoie “euristiche” in questo tipo di situazioni hanno costituito un salvavita ma allo stesso tempo ci sono alcuni fattori che non possono combinarsi ad esse; parliamo delle emozioni, motivazioni individuali e anche fattori basilari come l’età.
Man mano che si invecchia si perde infatti la flessibilità cognitiva e questo si traduce in un aumento di pregiudizi. Come detto precedentemente è molto difficile individuare questi pregiudizi in noi stessi, è molto più semplice individuarli nelle altre persone, ma per aiutarci a riconoscerli è utile sapere quali sono quelli che interferiscono con i nostri processi decisionali anche se in ogni caso sarà molto difficile riuscire a controllarli.
Prima di tutto tendiamo a fare troppo affidamento alla prima informazione che ci viene esibita, questo fatto è noto come “pregiudizio di ancoraggio” che si verifica durante il processo decisionale quando utilizziamo solo la prima informazione per elaborare decisioni definitive.
Per intenderci, impostare un prezzo alto di un’auto usata fa sembrare tutte le altre trattative più economiche e ragionevoli. Se il tuo prezzo iniziale è alto, tutte le altre auto a prezzi inferiori fanno sembrare che tu stia facendo un affare anche se in realtà non è così ed è solo il tuo cervello che ti sta fregando.
Ma puoi evitare questo pregiudizio?
Ora che sai dell’esistenza di questo pregiudizio puoi cercare di prendere decisioni con più calma e stabilire il prezzo adeguato confrontandoti con qualcun altro.
Non solo afferriamo e ci aggrappiamo alla prima informazione che ci è stata data, ma ne sovrastimiamo anche l’importanza. Questo fenomeno è noto come “disponibilità euristica” e come “scorciatoia mentale” che si basa sul fare affidamento sull’informazione più semplice che ci viene in mente.
Questa informazione se è più facile da ricordare, deve essere più importante o è più probabile che accada. Ancora una volta, questo particolare pregiudizio può portare a prendere decisioni sbagliate perché i brutti ricordi che tornano in mente più facilmente sicuramente non forniscono sufficienti informazioni da soli per capire quanto è probabile che le cose accadano di nuovo in futuro.
La disponibilità euristica ti lascerà quindi spesso con informazioni di bassa qualità per arrivare a prendere una decisione. Quindi sei stato avvertito.
Ma le altre persone?
Bene, possono sicuramente influenzare il tuo processo decisionale anche se ti piace pensare che non lo facciano.
Il più delle volte non possiamo resistere alla tendenza ad adottare un certo stile di comportamento o atteggiamento semplicemente perché lo fanno tutti gli altri. Più le persone adottano una certa tendenza, più è probabile che anche altre persone lo facciano.
Questo fenomeno è noto come “effetto carrozzone” e spiega le tendenze, la musica che va di moda in un certo periodo e l’ascesa, la caduta e la popolarità di vari social network, l’elenco potrebbe continuare.
Altre persone e quando dico altre persone intendo principalmente le persone che cercano di venderti qualcosa, possono anche influenzare il tuo processo decisionale usando il “pregiudizio di supporto alla scelta”. Questa è la tendenza a ricordare le scelte che abbiamo fatto in passato in maniera più positiva di quanto fosse in realtà; abbiamo infatti questa abitudine di attribuire eccessivamente caratteristiche positive alle decisioni che abbiamo preso e caratteristiche negative a quelle che non abbiamo preso.
Questo processo di pensiero funziona come “ho scelto questa opzione quindi deve essere stata l’opzione migliore”, ci sentiamo bene con noi stessi e con le decisioni che abbiamo preso avendo meno rimpianti per le decisioni sbagliate.
D’altra parte potremmo semplicemente giustificare le nostre scelte sbagliate senza nemmeno rendercene conto, il che non è molto positivo.
La nostra mente ha inoltre la capacità di evocare illusioni come la tendenza a vedere modelli ed eventi casuali.
Stiamo parlando della “’illusione di raggruppamento” che costituisce ancora un altro trucco a doppia faccia della mente in cui troviamo modelli, forme e informazioni casuali.
Anche se in realtà non esiste alcun modello, il nostro cervello è stato progettato per identificarli perché aiuta ad accelerare il processo di riconoscimento delle persone portandoci in conclusione a prendere decisioni migliori.
Ma questa stessa cosa ci rende anche inclini a errori di tipo 1, ossia un falso positivo e questo succede quando non c’è davvero uno schema distinguibile per il nostro cervello.
Immagina come questo meccanismo possa influenzare fattori come ad esempio le decisioni del mercato azionario e il gioco d’azzardo. Forse l’esempio più famoso dell’illusione di raggruppamento è quello che è avvenuto durante una partita alla roulette quando la pallina è caduta nel nero 26 volte di seguito (la probabilità che ciò accada 26 volte di seguito è di 1 su 66 milioni). I giocatori d’azzardo hanno perso milioni scommettendo contro il nero, erano certi la pallina andasse sul rosso ma non fu così.
Un altro pregiudizio particolarmente problematico per la società è costituito dal “pregiudizio di conferma”: tra tutti i pregiudizi questo è quello più imponente, è stato infatti analizzato che questo tipo di pregiudizio di per sé potrebbe spiegare una parte delle controversie, litigi e incomprensioni che si verificano tra le persone.
In poche parole si traduce in quel comportamento che adottiamo quando stiamo solo cercando informazioni che confermino ciò che già pensiamo, qualcosa che supporti le nostre credenze e valori personali esistenti.
Scegliamo ciò che ci fa sentire bene perchè dopotutto stiamo meglio. Gli esempi possono essere infiniti e riguardare qualsiasi tipo di cosa, come i social media, l’orientamento politico, questioni sociali, cambiamenti climatici, credenze religiose e praticamente qualsiasi cosa ti possa venire in mente.
Smettiamo di cercare ulteriori informazioni una volta che ne abbiamo abbastanza per confermare le nostre convinzioni. Facciamo questo perchè altre informazioni aggiuntive potrebbero distorcere gravemente il nostro processo decisionale basato sull’evidenza e perché una volta che la decisione è stata presa non possiamo fare a meno di cercare ulteriori informazioni che la supportino e se ci capita di imbatterci in informazioni che sono in conflitto con la scelta presa queste sono il più delle volte ignorate semplicemente perché ci fanno sentire a disagio.
Questo fenomeno si avvicina molto a quello che è chiamato “effetto struzzo” in cui spesso prendiamo la decisione di ignorare le informazioni pericolose o negative mettendo la testa sotto la sabbia e facendo solo finta che queste non esistano.
Tanto per cambiare diamo un’occhiata ad un errore cognitivo che può avere un impatto profondamente positivo, il comune “effetto placebo”, particolarmente affascinante.
Tutti hanno un’idea di cosa sia, ma non tutti sanno esattamente quanto possa essere potente questo effetto.
Durante un esperimento, i ricercatori hanno bendato un gruppo di persone e hanno detto loro che le loro braccia destre venivano strofinate con una pianta di edera velenosa, a quel punto le loro braccia reagirono con prurito, foruncoli e rossore, i classici sintomi del contatto con l’edera velenosa.
Di per sé questo fenomeno non era sorprendente fino a quando non si scoprì che la pianta usata era un semplice arbusto innocuo. L’aspettativa di una reazione allergica era sufficiente per far scoppiare un eruzione cutanea e creare prurito e foruncoli.
Venne mostrato anche l’effetto inverso in cui il gruppo venne precedentemente avvisato del contatto con una pianta innocua ma in realtà entrò in contatto con la vera edera velenosa. Nonostante il fatto che fossero tutti allergici ad essa, meno di uno su sei ha mostrato una reazione allergica al veleno.
L’effetto placebo non solo può ridurre il dolore e altri sintomi ma può anche aumentare la creatività, le prestazioni fisiche e cognitive.
Se prendiamo come esempio lo sport, molti studi hanno dimostrato che l’effetto placebo può influire sulla forza, sulla velocità e sulla resistenza.
E’ quindi bello sapere che il nostro cervello non ci inganna soltanto ma a volte può effettivamente aiutarci.
Questi prossimi esempi che elencheremo sono collegati tra loro e costituiscono le basi per le idee sbagliate che nutriamo su noi stessi, sugli altri e sul mondo in generale.
Il primo è la “percezione selettiva”, si sovrappone in qualche modo al pregiudizio di conferma ed è la tendenza delle persone a non notare e dimenticare più rapidamente fattori che gli causano un disagio emotivo. Distorciamo e selezioniamo infatti le informazioni in modo da percepire solo ciò che vogliamo.
Questa è una vera spada a doppio taglio, perché è l’ennesimo esempio nel quale il nostro cervello cerca di farci un favore permettendoci di filtrare le informazioni rilevanti ed evitare il sovraccarico, data l’infinita quantità di informazioni con cui dobbiamo confrontarci, e questa funzione è più che importante; ma allo stesso tempo, sfortunatamente, in molte situazioni questa percezione selettiva farà ancora una volta perdere anche informazioni rilevanti.
Non solo influenzerà alcuni aspetti ovvi della tua realtà come ad esempio i media, le notizie che scegli di seguire, il tuo comportamento di acquisto o il tuo orientamento politico, ma va ancora più in profondità; pensa alle tue relazioni sentimentali passate e presenti, o anche solo agli amici che hai scelto, e poi pensa a questo: ignori le informazioni molto importanti che riguardano le persone con cui trascorri il tuo tempo compensandole eccessivamente con altre informazioni di minore importanza.
Sono quindi davvero chi pensi che siano? o sono solo chi vuoi che siano nella tua testa?
Possiamo andare ancora più in profondità, la percezione selettiva rende infatti anche molto difficile essere obiettivi con la percezione che abbiamo di noi stessi.
Quindi, quanto bene conosci te stesso?
La percezione selettiva permette alle nostre aspettative di influenzare drasticamente il modo in cui percepiamo il mondo, questo può essere piuttosto pericoloso se affiancato dal fenomeno dello stereotipo.
Se percepiamo selettivamente le cose, non stiamo certo cercando nulla che contraddica le nostre opinioni sugli altri.
Questo è il motivo per cui è difficile far cambiare idea alle persone su questioni importanti e questo costituisce uno degli esempi più rilevanti per comprendere l’importanza e la problematicità degli stereotipi.
Purtroppo neanche la logica vince, gli aspetti emotivi che si celano dietro il pregiudizio rendono inutili argomenti ragionevoli poiché entrano in gioco gli stereotipi.
Sfortunatamente non si discute con un’opinione stereotipata e il problema è che anche se la maggior parte delle persone ora è cosciente che lo stereotipo non è accettabile, continua inconsciamente ad utilizzarlo manifestandolo nei propri comportamenti.
Per concludere, che tu ne sia consapevole o no, per favore, fai un favore a tutti noi e pensa prima di parlare.
TORINO, BRESCIA, NAPOLI, MODENA, LATINA, PIACENZA: Queste sono solo alcune delle città a meno di 1 ora (treno o auto) dalle première che si terranno a Milano, Roma e Cagliari per presentare il docufilm Lux Vera 6023 e per incontrare Morris San insieme agli altri protagonisti del film.
NON PUOI PIU' ASPETTARE
6 comments
Tutto vero, ma da quando ho il Mac, i miei pregiudizi su quella m—da di Windows non sono più pregiudizi, sono certezze.
Ha, ha, mi sa che hai proprio ragione, ma il Mac costa troppo…
Anche io la pensavo come te… poi mi sono reso conto che la continua infestazione di virus e la obsolescenza programmata di Windows alla fine ti costano di più, senza contare tutti i problemi che ti crea Microsoft quando immette sul mercato software non testati.
ma per favore Windows avrà anche qualche bug ma è tra i migliori sistemi operativi al mondo usato in campo professionale e militare ,finiamola con il leccare sempre il culo alla apple , il loro sistema operativo è buono per chi fa un uso semplice del pc o per chi lavora in grafica usando programmi specifici (cosa che comunque riesce a fare un Pc comune con Windows)
E allora tieniti il tuo Wirus, cosi oltre al covid avrai anche i virus di Bill Gates
senza offesa ma da ingegnere informatico so di cosa parlo non credere che la Apple sia antivax o un sistema impenetrabile anti Bill Gates ,ma poi da dove vi escono , avete le idee molto confuse ,entrambe le società collaborano con lo scambio di dati ,come da classici italioti vedo solo tifoserie senza sapere di cosa si sta parlando