Lo schiavismo dei Rothschild: documento segreto rivelato
Condividi185Il nome del patriarca della dinastia di banchieri sbuca da uno scomodo documento custodito all’Archivio Nazionale di Londra
La rivelazione da uno dei centinaia di raccoglitori presenti, raccoglitori che contengono contratti di padroni e schiavi di origine africana, una brutta tegola sulla testa dei Rothschild.
Testo del video
Il nome del patriarca della leggendaria dinastia di banchieri nei faldoni dei “negrieri” custoditi all’Archivio Nazionale di Londra
Tra le centinaia di raccoglitori di documenti catalogati T71 e impilati sugli scaffali dell’Archivio Nazionale, nel verdeggiante quartiere londinese di Kwe, ce n’è uno che la famiglia Rothschild avrebbe preferito rimanesse nella polvere per altri 170 anni. Scartabellando i fogli color seppia con nome e prezzo dei “negri” compilati a mano dai tanto scrupolosi quanto privi di scrupoli mercanti di schiavi delle ex colonie britanniche, Nick Draper, ex banchiere passato dalla JP Morgan all’University College, si è imbattutto nel contratto T71/122, un atto d’acquisto del valore di 3.000 sterline firmato nientepopodimenoché da Nathan Mayer Rothschild, patriarca della leggendaria dinastia tedesca finanziatrice, tra l’altro, del duca di Wellington nella battaglia di Waterloo, ma soprattutto paladino dei diritti civili e della campagna per l’abolizione della schiavitù.
Della vicenda, rivelata dal quotidiano Financial Times, non c’è menzione nelle dettagliate biografie dei Rothschild nè in quelle altrettanto voluminose dei Freshfields, uno dei principali studi legali internazionali e fiore all’occhiello della City, il cui fondatore, sir James William, risulta ora fosse dedito allo stesso bieco commercio di Nathan Mayer. Ma carta canta. E quella ingiallita degli Archivi Nazionali, osserva lo storico Niall Ferguson, autore del saggio “The World’s Banker: The History of the House of Rothschild”, dimostra quanto la tratta di essseri umani fosse “parte integrante dell’economia britannica del 1830”.
Sebbene la storia del traffico degli schiavi sia stata parzialmente scritta grazie a rivelazioni come questa e successive complicate compensazioni, resta un tema caldo negli Stati Uniti dove la memoria del commercio importato dagli inglesi nel XVIII secolo è tornata alla ribalta con l’attuale first Lady Michelle Obama che ha nell’albero genealogico un trisavolo “venduto” a un coltivatore di riso della Carolina. Negli ultimi anni diversi gruppi direttamente coinvolti hanno fatto ammenda. Nel 2005 la JP Morgan, dopo essersi ufficialmente scusata per il passato poco glorioso, ha istituito un fondo di 5 milioni di dollari per studenti neri della Louisiana. La Royal Bank of Scotland, informata dal Financial Times d’un remoto legame con i “negrieri”, ha acconsentito ad aggiornare i propri archivi. Ma mancano ancora molti tasselli.
I documenti scovati da Nick Draper descrivono in modo minuzioso l’accordo tra Nathan Mayer Rothschild, affiancato dal fratello, il barone James, e Lord James O’Bryen. I due fratelli Rothschild avevano dato in garanzia a O’Bryen 88 schiavi per il debito di 3.000 sterline contratto da un intermediario nell’acquisto della sua proprietà ad Antigua. Quando il compratore fece bancarotta la Gran Bretagna si era ormai lasciata alle spalle quel traffico poco onorevole e Nathan Mayer richiese la somma prevista come risarcimento per la garanzia cancellata. Una sgradevole sopresa per quanti conoscevano la biografia del banchiere che più di ogni altro si era speso per l’abolizione della schiavitù, nel 1831. Raccontano le cronache che un anno prima della messa al bando del mercato della vergogna, Nathan Mayer Rothschild si adoperò per procurare al governo di Sua Maestà un prestito di 15 milioni di sterline, tre quarti del totale necessario a riscattare il popolo dei senza diritti. Come conciliare il dottor Jekyll che cancella la macchia dalla coscienza inglese e mister Hyde che nel frattempo incassa la compensazione?
La famiglia fa quadrato replicando che “Nathan Mayer Rothschild è stato un noto e prominente attivista dell’uguaglianza e delle libertà civili. A fronte del suo background queste insinuazioni appaiono inconsistenti”. Anche la Freshfields Bruckhaus Deringer, chiamata a rispondere delle medesime accuse a carico del capostipide James Williams vira sul suo impegno a fianco della Church Missionary Society. Ma la scoperta, giudicata “estremamente importante” dal direttore del Wilberforce Institute for Study of Slavery and Emancipation dell’università di Hull, segna un passo avanti nella liberazione dei torti dimenticati dai raccoglitori polverosi della Storia.
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8 comments
La storia è tutta da riscrivere, quante falsità insegnano. Grazie e buona giornata
Mi chiedevo come hanno fatto i Rothschild e i Rockfeller ad accumulare capitali enormi ?
Non importa ho compreso
Grazie molto interessante. Chissà quanti altri scheletri nell’armadio devono ancora saltare fuori.
Dove c’è schiavismo ci sono sempre loro, la storia continua.
Ciao Morris, sembra che questa famiglia abbia recentemente acquisito una partecipazione in kraken, noto sito exchange per cryptovalute. Un approfondimento in merito sarebbe possibile?
inizio a pensare che questa gente sia sempre la stessa da secoli. camibia l’anno e il modo di imporre una certa schiavitù ma l’obiettivo è sempre quello
Lo schiavismo e’ stato cominciato da 5 MARRANI che facevano parte dell’ equipaggio di colombo uno era il contabile, i marrani erano gli ebrei rinnegati……sono dietro tutta la merda del mondo e’ inutile che facciamo ancora finta e in qualche maniera fanno passare sempre gli altri come i figli di puttana………sono merde antropomorfe…anzi neanche tanto antropomorfe tanto sono brutti!!!!