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PALESTINA alla FINE! E una NUOVA GUERRA

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PALESTINA alla FINE! E una NUOVA GUERRA

In accordo con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Risoluzione 194 dell’Assemblea Generale dell’ONU, i palestinesi rivendicano il diritto di tornare nelle loro terre, case e villaggi da cui furono esiliati nel 1948 e nel 1967.

Come molti di voi sapranno, i palestinesi chiamano Nakba, che in arabo significa catastrofe, il drammatico evento in cui circa 700mila persone – la maggioranza dell’allora popolazione di Palestina – fuggirono e furono espulsi dalle loro case prima e durante la guerra arabo-israeliana del 1948 che seguì la fondazione di Israele.

ORA SI STA PREPARANDO LA SECONDA NAKBA PER I PALESTINESI, un nuovo ESODO FORZATO, COME NEL 1948, ma in questo caso ancora più grave in quanto avverrà a seguito di uno sterminio di questo popolo, sterminio che è in corso a GAZA dal 7 ottobre 2023.

Ma leggiamo questa assurda e disumana dichiarazione.

DICHIARAZIONE PUBBLICA:

“Non c’è alcun problema nel bombardare le scorte di carburante e cibo di Hamas. La popolazione di Gaza dovrebbe morire di fame. Ci sono cittadini che temono per la propria vita? Lasciateli passare attraverso il programma di immigrazione!”.

Così il ministro del patrimonio israeliano Amichai Eliyahu ha spiegato ai palestinesi della Striscia di Gaza che l’unico modo per sopravvivere è abbandonare la zona.

Gli ha fatto eco il Ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich:

“Gaza sarà distrutta e i suoi abitanti saranno concentrati tra l’asse Morag e il sud, in preparazione dell’evacuazione. Gli arabi dovranno affrontare una nuova Nakba in risposta al 7 ottobre…”

Fonti israeliane riferiscono che l’operazione si articolerà in tre fasi: preparatoria (già iniziata), fase di preparazione del fuoco e spostamento della popolazione, e fase di manovra a terra e presenza a lungo termine.

La fase preparatoria dovrebbe concludersi dopo la visita di Trump nella regione del 16 maggio, quello stesso TRUMP che ha autorizzato lo stragista Netanyahu a procedere con le operazioni “FINALI”. La fase di preparazione prevede massicci attacchi aerei e di artiglieria contro obiettivi chiave di Hamas in tutta la Striscia di Gaza. Una volta completate l’evacuazione e la preparazione del fuoco, le IDF, forze israeliane di “difesa”, inizieranno un’operazione di terra nelle aree già sgomberate dai civili. L’obiettivo principale è la progressiva conquista dei territori e la distruzione dei resti delle unità combattenti di Hamas e della Jihad islamica.

Considerate le precedenti tattiche delle IDF, è molto probabile che si tratti della demolizione totale di tutti gli edifici che potrebbero essere utilizzati per opporre resistenza.

Nessun problema! Steve Witkoff (Inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente) e i suoi soci USA costruiranno di nuovo in seguito, ma non hanno intenzione di insediarvi i palestinesi.

La pressione sulla popolazione palestinese di Gaza avverrà attraverso un blocco umanitario e scioperi. L’operazione terrestre delle IDF completerà il lavoro.

L’Egitto si troverà in una situazione difficile perché è in questo Paese che i palestinesi saranno costretti ad andarsene per primi. Anche l’attuale viaggio di Trump in Medio Oriente non è privo di motivi. Uno degli obiettivi della visita è convincere i paesi della regione ad accettare i palestinesi della Striscia di Gaza. Si può affermare che Israele ha deciso di sfruttare la sua opportunità storica rappresentata dall’arrivo di Trump al potere e di “ripulire” Gaza al 100% .

Questo approccio conferma la previsione del 9 ottobre 2023. La prossima in linea è la Cisgiordania.

Tutto ciò sta per realizzarsi, come un incubo, e per altro con il pieno appoggio dell’amministrazione statunitense e il completo e consueto silenzio degli oramai evidenti regimi occidentali, quelli “democratici”.

In tutto ciò, l’unico segno controcorrente sembrano essere le resistenze dello Yemen e della popolazione Houti che hanno recentemente lanciato con successo e colpito il terminal 3 dell’aeroporto israeliano Ben Gurion di Tel Aviv, come risposta alle violenze israeliane in Gaza e non solo.

Inoltre Il Centro di coordinamento umanitario (HOCC) di Sanaa, capitale dello Yemen, ha ufficialmente notificato all’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile (ICAO) e all’Associazione internazionale del trasporto aereo (IATA) la decisione delle Forze armate yemenite di imporre un divieto di traffico aereo, insomma una cosiddetta “No fly zone” a tempo indeterminato su “Israele”, imponendo di fatto un divieto a tutto il traffico aereo civile da e per Israele.

Così la risposta/rappresaglia sionista non ha tardato ad arrivare e circa venti attacchi aerei israeliani hanno, poche ore fa, preso di mira l’aeroporto internazionale di Sanaa e numerosi siti civili in tutto lo Yemen, tra cui centrali elettriche, impianti petroliferi e una fabbrica di cemento.

Tra gli obiettivi c’erano le centrali elettriche di Dhahban e Haiz, un cementificio di Amran, nonché aerei civili e terminal dell’aeroporto.

Insomma dal genocidio del popolo palestinese a breve infame di  deportazione coatta, all’allargamento globale in Medio Oriente del conflitto, Israele non smette di importare violenza e distruzione, con il complice aiuto e silenzio del controllati e collusi governi occidentale.

E tutto questo, e vi sto scrivendo di getto ormai in piena notte, mentre si è appena affacciato sul panorama internazionale, già annunciato in passato anche da grandi figure giornalistiche come quella del compianto reporter Giulietto Chiesa, un nuovo spettro bellico: quello tra India e Pakistan, paesi da sempre in disaccordo specie sulla questione della regione contesa del Kashmir e dotati entrambi di decine di testate nucleari.

Da poco più di due ore, infatti, la nazione indiana guidata dal premier Narendra Modi, ha annunciato di aver lanciato un raid aerei contro il Pakistan.

Il governo indiano ha affermato di aver lanciato un attacco contro nove siti in Pakistan e nel Kashmir sotto amministrazione pakistana.

Secondo l’agenzia di stampa Reuters, ci sono anche segnalazioni di intensi bombardamenti e forti esplosioni nelle zone di confine del Kashmir amministrato dal Pakistan.

Tre località sono state attaccate, afferma l’esercito pakistano. Afferma che sette persone, tra cui un bambino, sono state uccise.

Le relazioni tra India e Pakistan, entrambi stati dotati di armi nucleari, sono peggiorate drasticamente a seguito di un mortale attacco terroristico contro i turisti in Kashmir il mese scorso.

Entrambe le parti sapranno qual è la posta in gioco, afferma il redattore internazionale della BBC, Jeremy Bowen, ed è necessario un importante sforzo diplomatico per fermare l’escalation.

Il Kashmir sotto amministrazione indiana è stato teatro di un’insurrezione durata decenni che ha causato migliaia di vittime.

Il Kashmir è rivendicato interamente sia dall’India che dal Pakistan.

E in tutto questo, sperando che non si apra definitivamente anche questo nuovo temibile fronte di guerra, volete sapere qual è la recente beffa arrivata dagli Stati Uniti? L’affermazione del presidente USA Donald Trump, che non smette di usare due pesi e due misure e che a proposito di questo attacco indiano afferma che “è una vergogna”…

Invece il suo appoggio incondizionato alla strage effettuata da Israele forse non lo è???

Ennesima buffonata, mentre il povero popolo palestinese si prepara alla nuova “Nakba”…

Al prossimo aggiornamento

Anna

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3 comments

Marino Danielis 07/05/2025 at 18:38

la situazione di Gaza si fa ogni giorno più drammatica: Israele vuole giungere all’eliminazione completa dei residenti a meno che non vogliano espatriare. E’ una vergogna per i paesi occidentali “democratici” che non hanno detto una ola parola sui continui bombardamenti massicci su Gaza, ma anche sul Libano e sulla Siria. E l’ONU, che dovrebbe intervenire per porre fine a questo scempio se ne sta zitta! Comunque penso che il tutto, cominciato con il, 7 ottobre sia stato combinato tra Israele e Hamas (ricordiamo che Hamas è una creatura di Israele): non ho mai creduto che gruppi di Hamas abbiano potuto scavalcare il confine con lo stato ebraico senza essere subito notati e fermati quando anche una cavalletta che si fosse spostata sarebbe stata immediatamente fermata! L’operazione è stata calcolata apposta per porre fine alla Striscia di Gaza tra le due parti.
India e Pakistan: due potenze nucleari che si sono già scontrate e si stanno nuovamente scontrando per il Kashmir possono portare anche a una guerra con le conseguenze disastrose. Certo in questo caso la rivendicazione del territorio è particolarmente sentita e nessuno vuole cedere pezzi del proprio paese a quello confinante anche se abbiamo un’eccezione, l?italia, che ha ceduto i propri territori senza nessun problema: ma succede quando non si hanno politici con le palle quadre!!

Cardinale Spada 07/05/2025 at 08:38

Siamo di fronte a catastrofi sempre più gravi.
Ho condiviso il tuo articolo a soggetti che la vedono come noi. Chi è sostenitore sionista mi ha bloccato da tempo, addirittura ieri un commerciante cui vendevo blocchi di libri mi ha detto non volere più avere nulla a che fare con me per i miei stati WhatsApp di pasquetta contro papa Imbroglio che, parole sue, “hanno toccato profondamente la mia sensibilità”.
La libera informazione c’è, ma l’ottusità persiste e la madre degli l’imbecilli è sempre più incinta.
Buona vita e buon lavoro.

ATur 07/05/2025 at 12:30

Ciao Cardinale,

grazie mille e se riesci a promuovere l’articolo più che puoi
https://numero6.org/attualita/palestina-alla-fine-e-una-nuova-guerra/?aff=annaturletti

mi fai una grande cortesia. Certamente capisco che sia difficile perché pochi
comprendono la gravità della situazione.
La cosa orrenda è che l’intero mondo di fronte a questa strage stia a guardare….
Tutto ciò è orrendo, disumano e spaventoso…. E poi ci permettiamo di parlare di diritti umani…

Grazie ancora e un caro saluto
Anna

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