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Questo è un sistema di informazione o sono informazioni di sistema?

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La manipolazione dell’informazione, il pieno potere su di essa, compiuto anche attraverso le più fantasiose forme di censura, è una delle principali forme attraverso le quali ha agito il sistema in azione dal 2020.

La metodologia ha però origini ataviche, ed è sempre stata usata da grandi e piccoli poteri, finanche da personaggi e personaggiucoli dello spettacolo per proteggere “amici e parenti”.

Quella che possiamo etichettare con la “banda propaganda” è il multidimensionale mondo dei canali ufficiali, al soldo del sistema.

La “banda propaganda” non è una realtà plasmata dal sistema solo per l’operazione resa concreta dal 2020.

Rappresenta uno degli strumenti più efficaci, se non forse il più efficace, per raggiungere e si potrebbe quasi dire: “Entrare negli individui”. Lo è perché la comunicazione nelle sue differenti forme è il veicolo per la diffusione delle informazioni.

I messaggi che giungono soprattutto da determinate forme di comunicazione, quale ad esempio quella radiotelevisiva, della carta stampata e della fiumana online crescono, si plasmano, in virtù della cieca e quasi fideista considerazione che ad essi è attribuita dagli stessi individui.

In conformità a questo potere è facile per chi guida mezzi di comunicazione di massa, creare, imporre, distruggere; mode, personaggi e quant’altro rappresenti una fonte di guadagno o di ostacolo.

Resta il fatto, però, che gli unici a poter dettare, spesso anche inconsapevolmente, le direttive, avendo potenzialmente i mezzi per invertire il corso dei processi di standardizzazione massificante sono le persone.

La questione ritorna come un boomerang, perché affinché ciò accada ogni individuo, gruppo, poi massa deve necessariamente essere erudito e compiere scelte ragionate, argomentate, consapevoli.

E’ proprio su tutti noi che bisognerebbe intervenire, cercando d’infondere un alto grado di conoscenza, affinché non si sprofondi in quella voragine d’ignoranza che tanto è stata, ed è, utile alle forme di dittatura e oligarchia. Sebbene oggi si spaccino per democrazia, forme di governo ibride e quanto altro gli alchimisti di costituzioni e trattati riescano ad elaborare.

In verità dal 2020 è chiaro che si tratta di un’oligarchia di poteri economici.

I secoli hanno trasformato ogni cosa, le forme per assoggettare i popoli non sono state risparmiate. Oggi le vie che conducono alle diverse forme d’imposizione sono subdole ma non celate abilmente.

Il processo di massificazione, ad oggi potremmo dire “robottizzazione”, parte da un microcosmo quali i singoli individui, si trasmette ad un macrocosmo, il quale genera dei meccanismi d’influenza che s’infiltrano, ritornando come un corpo estraneo nel microcosmo a modellare le scelte e le azioni dei singoli individui.

Il punto di partenza dell’intero processo è individuabile nel potere divinatorio, simile al responso di un oracolo, che i singoli individui attribuiscono ai mezzi di comunicazione di massa assoldati dal sistema. Facendolo come adepti di una setta, prostrati ad un fideismo che nemmeno viene riservato alla fede religiosa.

Chi gestisce il macrocosmo della comunicazione di massa è consapevole dell’attribuzione di poteri quasi illimitati, che oggi si crede possegga chi articola e diffonde informazioni.

Forte di una tale consapevolezza si costruiscono artefatte verità, che ricche e cariche di persuasione, di forme d’influenza, dogmi da seguire, censure, tornano al microcosmo degli individui e ne guidano pensieri ed azioni. Obiettivo è arrivare finanche alle emozioni e ai sentimenti.

Il punto di forza del meccanismo sta nel fatto che gli individui sembrano non essere consapevoli di tutto ciò, credono d’essere artefici di pensieri ed azioni uniche e libere da influenze. Si crogiolano soprattutto nell’ignavia e nella volontaria incapacità a cogliere i fatti, come le proprie colpe, anche quando tutto si evidenzia sotto i loro occhi.

Analizzando l’azione della “banda propaganda” dal 2020 è interessante comprendere le tecniche d’attacco che utilizzano per cercare di distruggere ogni fonte di libera informazione, utile e qualitativamente pregna.

Tenendo da parte i presunti cercatori di notizie false, la costruzione da parte degli stessi proprio d’informazione realizzata in laboratorio, e la censura, può essere interessante esaminare la tecnica usata nel tentativo di annientare determinate figure scomode.

In realtà gli intenti sono nulla più che azionare una trappola preconfezionata, con un unico focus: ridicolizzare la credibilità delle vittime, come la loro integrità.

Di conseguenza anche quella di ogni loro affermazione, pure quando proviene da tangibili ed inconfutabili prove.

La strategia usata è quella base, che da sempre usano questi personaggi. Vediamo come la applicano durante quelle che possiamo considerare le trappole delle arene televisive.

Fondamentale è gettare il tutto sulla rissa, tipica proprio dei “salotti” televisivi, o chat da social. Bisogna provocare l’ospite impedendogli di parlare, si finge poi di concederli la parola, per interromperlo di continuo, di modo che ogni concetto si disperda e si possano con semplicità estrapolare frasi o parole, per decontestualizzarle e manipolarle.

Gli altri ospiti presenti, nulla più che complici interessati, o figure carismatiche di controllo, colgono ogni occasione che l’adepto mediatico si adopera per servigli. Cercano, quasi all’unisono, di creare confusione, fraintendimenti, mai nessun concetto deve essere chiaro, comprensibile.

Resta evidente la necessità di screditare ogni tentativo di spiegazione, attraverso il continuo uso dell’autoglorificazione, di riferimenti a teorie aleatorie, prive di prove tangibili o riconducibili a pubblicazioni accreditate, continuano con supposti postulati scientifici e mantra di non ben specificata natura, mentre continuano a ripetere “scenza”.

Il tutto accade con riferimenti a presunti valori supremi, quelli consueti usati nei social, ai quali la massa di adepti è particolarmente suscettibile, pronta a commuoversi. Sui questi fa continuamente riferimento, fondando su di essi ogni aspetto della propria vita.

Il tutto viene racchiuso in un vanto continuo, che li dichiara frutto d’animo nobile, cuore generoso e mente dal cogito supremo.

L’obiettivo è sempre raggiunto quando si resta intrappolati, cercando di divincolarsi con impeto. Il nemico è screditato, i contenuti resi in assoluto non credibili.

Le persone preparate, capaci, pacate che sanno districarsi nella giungla della comunicazione, sono le uniche temute.

E’ noto che nell’ogni dove del mediatico dei soliti noti è d’obbligo dare spazio a solo due categorie che non fanno parte della loro casta.

La prima è ricca unicamente di sviolinatori di lodi, gli adulatori, i fedeli. La funzione di questi soggetti è semplice, quanto evidente: devono portare lustro, supporto all’autoglorificazione, legittimare il successo e le iniziative. Importante è che formino una massa di riferimento.

Spazio ed ampia visibilità viene concesso pure ai rissosi, agli odiatori da social, a chiunque usi toni da battaglia, sia aggressivo nell’attacco verbale, anche fisico non dispiace, faccia appello a forme di violenza, si affidi ad attacchi privi di logica, rispetto, poveri nel contenuto e nella forma.

Molto spesso le accuse di questi soggetti hanno contenuti reali, ma espressi con la formula di comodo per gli stessi accusati, pronti ad approfittarne per rendere le giuste accuse un cumulo di fantasie non credibili.

Tali soggetti sono facili da rendere inoffensivi, soprattutto inattendibili e assolutamente non credibili, mostrando contemporaneamente al pubblico che i padroni di casa sono pronti a dare spazio a tutti. Un contesto da sfruttare per proporre un’autoglorificazione di equità e giustizia.

Ecco perché l’arma efficace è quella della provocazione continua. Se la vittima predestinata è un soggetto capace di affrontare la situazione, forte di documentazione tangibile e argomentazioni erudite come lo è stato Vanni Frajese, la trappola vacilla.

Situazione, questa, inaccettabile, pericolosa per l’avamposto, per i capi carismatici. Per questo, in una sorta di goliardica anteprima, titoli di preparazione all’evento, tecniche d’interruzione, si consuma la prima fase dell’attacco: ridicolizzare, screditare, insultare, offendere, stendere le prime velate minacce.

E’ sempre necessario per gli iscritti all’albo giornalisti, divulgatori, ospiti al soldo della setta, partire da una posizione di vantaggio. Bisogna preparare pubblico, possibile ascoltatore, rendere tutti prevenuti, per poter poi agire su ogni parola, snaturando perfino la lingua.

La vittima sacrificale deve accrescere frustrazione, rabbia e desiderio di difendersi con veemenza, tanto da renderla pronta ad esplodere, perdendo il fulcro del reale obbiettivo. Il discorso è sicuramente più complesso ma un’idea per cercare di comprendere può nascere.

Non si può non ribadire che ogni fulcro è racchiuso in ogni individuo prima come singolo, poi come gruppo e poi come massa o popolo.


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