Come quotidiani e TG ci mentono: Relazione Prof. Marco M. Capria
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In questi mesi siamo stati informati giorno per giorno dei morti da covid-19. Ecco un esempio tipico tratto dal sito dell’ANSA:
Ora, innanzitutto la mediana, nei casi fatali, tra l’insorgenza dei sintomi e il decesso è 12 giorni: quindi l’accostamento dei nuovi casi alle vittime è in sé stesso privo di senso statistico: se in un giorno c’è una diminuzione dei nuovi casi, non dobbiamo aspettarci per quel giorno anche una diminuzione delle vittime, perché queste saranno comprese tra i casi, per ipotesi più numerosi, di 2 settimane prima. Quindi la formulazione giornalistica che è stata ripetuta incessantemente “diminuiscono i casi, ma resta alto il numero delle vittime” alimenta nei non esperti non solo la paura ma anche un errore statistico: tra le due parti della proposizione non c’è infatti contraddizione.
Inoltre i casi, di per sé, hanno senso solo se si riporta il tasso dei positivi rispetto alle persone testate. La positività rispetto al totale dei tamponi effettuati si è attestata intorno al 7,8%. Questo non vuol dire che attualmente il 7,8% della popolazione sia positiva, ma è la percentuale degli italiani che, sottoposti al tampone in qualche momento tra febbraio e dicembre 2020, lo sono stati. Al 26 dicembre la percentuale della popolazione italiana che è positiva è stimata essere lo 0,9%. Ma, come abbiamo visto, la positività non indica una malattia in atto e, tra i positivi, i malati che potrebbero aver bisogno di ricovero ospedaliero sono 45 su 100.000 (cioè lo 0,5% dello 0,9%).
Una tendenza decennale
Ma, tornando al titolo ANSA, 459 decessi in 24 ore sono molti o pochi? Questa domanda sembra così brutale che il semplice porla può suscitare sospetti di cinismo – eppure va posta per capire di che cosa stiamo parlando.
La media della mortalità quotidiana negli ultimi 5 anni è stata 1728. Cioè, anche ammettendo le attribuzioni ufficiali di “morte per covid-19” (e ho spiegato qui e qui perché non sono affidabili), in quelle stesse 24 ore (24-25 dicembre) ci sono state circa 1269 persone che non sono morte per covid-19.
Se si va a guardare l’evoluzione della mortalità in Italia negli ultimi anni (altra informazione che non viene mai data), si scopre che è in crescita da dieci anni – precisamente in quello che ho definito il decennio nero della sanità italiana. Ecco il grafico del tasso di mortalità ogni 1000 persone in Italia dal 2000 al 2020:
A partire dal 2010 tra il numero di anni e il tasso c’è una correlazione lineare pressoché perfetta, e si vede che il tasso di decessi per 1000 cresce di 1/10 ogni anno. Inutile dirlo, nessuno dei principali media ha mai parlato di questa crescita oggettiva della mortalità per tutte le cause.
Questo grafico mostra chiaramente che siamo di fronte a un regresso sanitario non su 10 mesi, ma su 10 anni, e che il covid-19 vi ha avuto un ruolo da comprimario, non da protagonista.
Ancora una volta: i morti sono reali, dolorosamente e innegabilmente reali. Quello che non è reale è il ruolo ingigantito attribuito all’infezione da cov-2. Chi ne ha fatto un’emergenza in nome della quale nessuna rinuncia, nemmeno al lavoro e ai diritti civili, era eccessiva, avrebbe dovuto spiegare prima questo fenomeno di lungo periodo. Nessuno l’ha fatto.
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2 comments
Il professore ha perfettamente ragione: i tg mentono e fanno solo terrorismo perchè il tutto è funzionale ad un disegno criminoso. La gente ignorante (ma anche qualche laureato) è spaventata e implora il vaccino illudendosi di uscire dalla crisi. Ancora non hanno capito che anni bui ci aspettano.
Ragazzi ditemi la vostra opinione.