L’obbligo va**inale NON si TOCCA!
Condividi25Benvenuti in questo nuovo appuntamento con le Breaking News!
Schillaci: “L’obbligo vaccinale non si tocca”. Chiuso il dibattito sulle revisioni
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha ribadito con fermezza che l’obbligo vaccinale rimarrà in vigore e non subirà modifiche. La questione, tornata recentemente al centro del dibattito politico, aveva visto pressioni soprattutto da parte della Lega, che da tempo invoca un ripensamento delle regole introdotte dalla cosiddetta legge Lorenzin. Schillaci ha invece chiarito che non esiste alcuna intenzione del governo di intervenire su questo punto, rivendicando l’importanza della salute pubblica come bene comune che deve rimanere estraneo alle logiche di scontro politico. Salute pubblica???
Le origini della polemica
Il caso è esploso a seguito della decisione del Ministero della Salute di azzerare i componenti del NITAG (National Immunization Technical Advisory Group), il gruppo tecnico nazionale che fornisce consulenza scientifica sui vaccini. La scelta ha generato polemiche perché, tra i nuovi nominativi selezionati, figuravano anche medici ritenuti vicini a posizioni critiche verso le vaccinazioni (i noti Bellavite e Serravalle).
Questo ha sollevato il sospetto che il governo potesse aprire a un allentamento dell’obbligo, ipotesi smentita con decisione dal ministro.
Le dichiarazioni del ministro
In un’intervista rilasciata a un quotidiano nazionale, Schillaci ha dichiarato: “Rivedere l’obbligo? Non esiste. Non è nel programma del centrodestra e nessuno me ne ha mai parlato.” Con queste parole ha voluto sgombrare il campo da ogni apertura ad un sano auspicabile dibattito e soprattutto a un onesto Cambio di rotta.
Il ministro ha inoltre rimarcato la sua provenienza dal mondo accademico e scientifico (!?!?!?), rivendicando la volontà di mantenere la sanità lontana dalle strumentalizzazioni: “Io venivo dal mondo universitario, non dalla politica. La salute è un patrimonio da preservare e non può diventare terreno di scontro ideologico.”
Schillaci ha difeso anche la contestata decisione sull’azzeramento del NITAG, sostenendo che rifarebbe tutto allo stesso modo e che la selezione dei membri deve rispondere a criteri di pluralità e competenza, non a logiche di appartenenza politica.
La posizione della Lega e il contesto politico
Negli ultimi mesi la Lega aveva insistito per un dibattito sull’obbligo vaccinale, considerato da alcuni esponenti del partito un’imposizione eccessiva nei confronti delle famiglie. Tuttavia, Schillaci ha puntualizzato che il programma del centrodestra non prevede alcuna revisione e che il tema non è mai stato formalmente discusso all’interno del governo.
Questo chiarimento segna un punto fermo: da un lato blocca le spinte più critiche, dall’altro riafferma la linea istituzionale secondo cui la politica sanitaria deve basarsi su evidenze scientifiche (quali???) e non su convenienze di partito.
L’attuale sistema di obbligo
L’obbligo vaccinale attualmente in vigore deriva dalla famigerata legge Lorenzin del 2017, che ha introdotto 10 vaccinazioni OBBLIGATORIE per bambini e ragazzi fino a 16 anni, e discriminazioni soprattutto nelle scuole materne.
Queste vaccinazioni riguardano malattie come poliomielite, morbillo, pertosse, difterite, tetano ed epatite B. L’obiettivo della legge era duplice: “proteggere” i bambini da patologie potenzialmente gravi e “garantire l’immunità di comunità, riducendo i rischi per i soggetti più fragili che non possono vaccinarsi”…tante belle parole…
Chi non rispetta l’obbligo va ancora incontro a sanzioni amministrative e, per i bambini in età prescolare, può essere escluso dalla frequenza di nidi e scuole dell’infanzia. Una misura ritenuta da molti severa e discriminatoria (anche da chi vi scrive ora), ma che negli anni ha “contribuito ad aumentare significativamente le coperture vaccinali”.
Le implicazioni sanitarie
Sul piano scientifico, il mantenimento dell’obbligo vaccinale è presentato come una “garanzia di salute pubblica”. Le coperture vaccinali in Italia sono “cresciute dopo l’introduzione della legge Lorenzin”, riducendo, secondo i ministerj, la circolazione di malattie infettive che negli anni precedenti avevano visto un preoccupante ritorno, come il morbillo.
Su questo tema, per altro, la Lorenzin aveva espresso dati terroristici e menzogneri di centinaia di morti per morbillo in Gran Bretagna, cosa che al contrario era stata smentita persino dai dati ufficiali governativi britannici.
Gli esperti di sistema, quello della scienzah per intenderci, sottolineano che un indebolimento dell’obbligo potrebbe riportare il paese a rischi che si pensavano superati, con focolai più frequenti e difficoltà nel contenimento delle epidemie.
Schillaci, da medico e accademico, sembra condividere questa preoccupazione, ribadendo che la “salute collettiva non può essere sacrificata sull’altare del consenso politico”.
Le reazioni e le prospettive
Le parole del ministro hanno avuto un duplice effetto. Da una parte hanno “rassicurato” il mondo scientifico di sistema, e gran parte dell’opinione pubblica ossequiente, che teme un arretramento sulle “conquiste” della medicina preventiva, ma anche hanno rassicurato le speculazioni delle case farmaceutiche produttrici e venditrici di “sieri magici pediatrici”, come Pfizer e GSK. Dall’altra hanno segnato un confine netto con le posizioni più critiche all’interno della maggioranza, in particolare quelle della Lega.
Per il futuro, resta da capire come il ministero gestirà la composizione del NITAG e se riuscirà a “ricostruire un rapporto di fiducia con la comunità scientifica”, scossa dalla presenza di figure considerate troppo vicine alle posizioni “no-vax”. Povera comunità scientifica scossa… In ogni caso, l’impegno dichiarato da Schillaci a difesa dell’obbligo vaccinale sembra destinato a chiudere, almeno per ora, la porta a qualsiasi revisione normativa. E questo è il vero problema per bambini e famiglie Italiane.
Conclusione
La vicenda conferma come il tema delle vaccinazioni resti altamente sensibile e capace di accendere il dibattito politico e sociale. Tuttavia, il chiarimento del ministro Schillaci segna una linea di continuità ma soprattutto di sudditanza con la politica sanitaria degli ultimi anni: la tutela della salute collettiva resta prioritaria (ma soprattutto degli interessi Di Big Pharma, diciamo noi), e l’obbligo vaccinale non verrà toccato.
Poveri Bambini e povere famiglie che non hanno nel retrocranio la convinzione di voler difendere la salute dei fanciulli.
Insomma state sempre attenti a questi “evidenti ricatti sanitari dell’allegro spazio UE”.
Alla prossima
Anna
Diffondete questo articolo con il seguente link! https://numero6.org/attualita/lobbligo-vainale-non-si-tocca/?aff=annaturletti
