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TG Speciale: in Brasile vince Lula. Ci sono dei brogli dietro?

Riflessioni e considerazioni importanti dopo le complesse elezioni in Brasile

A seguito del ballottaggio, cioè del secondo turno elettorale, svoltosi il 30 ottobre u.s., tra il presidente “nazionalista e liberale”, filo trumpiano, in carica Jair Bolsonaro e lo sfidante di sinistra e filo democratici USA, Ignazio Lula da Silva, ha vinto quest’ultimo ma in modo rocambolesco…

In molti eravamo in trepida attesa per sapere quale sarebbe stato l’esito di questo secondo turno di votazioni brasiliane che erano state precedute da un primo turno al cardiopalmo, con Bolsonaro in grande vantaggio fin dall’inizio della prima tornata, ma poi quasi  incredibilmente rimontato da Lula nella fase finale (da due terzi dello spoglio in poi…)

La cosa strana e in parte generatrice di sospetti, é che lo stesso identico andamento si è verificato anche nel ballottaggio, quando a contendersi l’elettorato esistevano solo più il presidente in carica e il suo noto sfidante (già per due volte presidente di Brasile nel passato) e non più tutti gli altri candidati…

Con una rimonta stranamente simile a quella effettuata nella prima tornata elettorale, Lula da Silva ha vinto le elezioni con il margine ristretto del 50,82% delle preferenze (figura 1 qui sopra) rispetto al 49,18% delle preferenze ottenute da Bolsonaro.

Dopo lo spoglio delle schede di un limitato numero di seggi il vantaggio di Bolsonaro era evidente e intorno al 5% (figura 2 sopra) e si è mantenuto tale fino a circa il 70% dei seggi scrutinati. Poi la strana rimonta…

L’andamento delle due tornate elettorali, assolutamente simile, è visibile nella figura numero 3 e NON SI PUO’ EVITARE di PENSARE ad un sistema complesso di brogli verso la fine dello scrutinio, sul modello della truffa all’americana attuata probabilmente nella elezione-farsa di Joe Biden ai danni di Donald Trump. Esistono infatti grossi parallelismi tra il caso brasiliano e quello USA.

Bolsonaro dal canto suo ha fatto sapere che non contesta i risultati elettorali, ma non accetta la sconfitta pur autorizzando la transizione dei poteri (Figura 4).

Ora che molta folla sostenitrice (VERAMENTE FOLLE OCEANICHE, figura 5) di Bolsonaro sta ancora manifestando e cercando anche l’appoggio dell’esercito per ristabilire il presidente uscente, si ha dall’esterno la sensazione di uno scippo, che ha permesso alla (finta) sinistra brasiliana, favorevole ai vaccini e alla nuove famiglie LGBTQ (avversate invece da Bolsonaro, a favore di una famiglia tradizionale), di riportarsi al potere, con l’immediato e strano messaggio di felicitazioni e quindi di “benedizione/riconoscimento” internazionale a LULA, da parte dei soliti BIDEN e MACRON, ben felici di non avere più a che fare con un personaggio piuttosto solido e coerente come Bolsonaro, potendo quindi sperare in nuovi affari brasiliani per le multinazionali francesi e statunitensi…

Ora se è vero che Bolsonaro potrebbe far parte di una componente massonica del Brasile, vale però ricordare che sotto la sua presidenza, nonostante il COVID-19, la popolazione ha goduto di una certa libertà e soprattutto, un’assenza di obblighi a livello di stato federale che sono stati invece introdotti dai governatori di alcuni stati singoli, oppositori di Bolsonaro stesso, come il governatore dello Stato di San Paolo, dove invece le restrizioni da “psicopandemia” sono state dure. Infatti Bolsonaro ha avuto, anche prima di queste elezioni, folle oceaniche che lo volevano ancora come presidente…

Inoltre come da questo articolo (Figura 6) del noto saggista, giornalista e docente universitario brasiliano Bruno Garschagen, che ho tradotto qui sotto per voi dal portoghese, non dimentichiamoci mai gli affari sporchi e gli appoggi continui del magnate “rovina-stati” George Soros, alla sinistra brasiliana e quindi anche a Lula…Quasi di sicuro questo recente successo è legato anche all’intervento nascosto del riccone ebraico-ungherese-americano…quindi il ritorno di Lula (già incarcerato in passato per corruzione, poi frettolosamente abbuonata) potrebbe trasformarsi in un vero incubo per molti brasiliani…. 

GEORGE SOROS IL FINANZIATORE DELLA SINISTRA BRASILIANA

di BRUNO GARSHAGEN

Quando, giovane e in ritardo, ho iniziato a interessarmi a ciò che accadeva in Brasile e nel mondo, è stato attraverso la stampa che ho cercato informazioni e analisi. Giornali, riviste e televisione erano le mie fonti. Se i media e i suoi commentatori sono stati mascherati come di parte, politicamente e ideologicamente impegnati, mi è sfuggito. La forza della stampa e il mito dell’imparzialità erano tali che i lettori come me, il lettore medio, erano incapaci di identificare qualsiasi pregiudizio politico di sinistra nei contenuti che ci venivano presentati. Ciò che veniva scritto nelle pubblicazioni o detto in TV era, quindi, la rappresentazione fedele della realtà.

Con il passare degli anni, era naturale che io e molti altri ritenessimo che le nostre opinioni individuali fossero nostre e non, come in effetti erano, mere riproduzioni della posizione politica di giornalisti, commentatori, insomma di tutta la fauna nota come opinionisti.

Quando i direttori e i lavoratori di sinistra della stampa brasiliana decidevano che un tale argomento doveva essere oggetto di esposizione e dibattito pubblico, lo esponevano in modo che il contenuto dirigesse e definisse l’opinione del lettore o dello spettatore. Nascondendosi sotto il falso mantello dell’imparzialità, l’azienda giornalistica ha ingannato i suoi consumatori inventando il modo in cui venivano presentate le informazioni e inserendo esperti di sinistra che difendevano la loro visione del mondo come se sia l’opinione che la visione del mondo di sinistra fossero la verità e non la loro imitazione fraudolenta.

Se fino a qualche anno fa questo atteggiamento passava inosservato, oggi, grazie al buon Dio, una porzione sempre più ampia della società brasiliana viene esposta a questa imitazione fraudolenta della verità intrapresa dalla stampa mainstream e da organizzazioni sempre più attive in quello che viene chiamato dibattito pubblico, che non è altro che, come diceva sempre un amico, un dibattito pubblicato.

I rappresentanti di queste organizzazioni hanno una sorta di sala VIP nei grandi giornali e nelle stazioni televisive. A prescindere da ciò che dicono e difendono, possono sempre contare sul prezioso aiuto dei grandi canali mediatici e quindi influenzare anche la produzione artistica delle aziende, come talk show, serie e soap opera. In questo modo, lo spettatore è sottoposto a una griglia di programmazione rivoluzionaria che gradualmente realizza il suo intento di distruggere l’immaginazione morale, di cambiare la mentalità e, quindi, la società.

Molte di queste entità, che godono di prestigio in TV e sulla stampa brasiliana, sono finanziate da un miliardario ungherese-americano il cui obiettivo è promuovere un’ingegneria sociale mondiale che soddisfi la sua agenda ideologica e commerciale. A tal fine, George Soros non risparmia né denaro né sforzi. Grazie alle fughe di documenti effettuate lo scorso anno da Wikileaks e DC Leaks è stato possibile vedere l’entità, seppur parziale, di questo drenaggio di risorse verso organizzazioni, partiti e politici di sinistra in varie parti del mondo, dagli Stati Uniti, all’Ungheria, al Brasile.

Pochi giorni fa è stato reso noto che Soros negli ultimi anni ha effettuato donazioni per un totale di 18 miliardi di dollari alla sua organizzazione Open Society Foundations, nome ispirato al famoso libro La società aperta e i suoi nemici (volumi 1 e 2), di Karl Popper, che si starà rivoltando nella tomba per l’omaggio.

Anche per Soros questa donazione alla propria fondazione è impressionante e dimostra quanto prenda sul serio il lavoro sviluppato dalla Open Society. Come ha sottolineato il quotidiano di sinistra The New York Times, si tratta di una delle più grandi donazioni di denaro mai fatte da un donatore privato a una singola istituzione statunitense. Ciò significa che la sinistra nativa avrà a disposizione ancora più denaro per rafforzare il lavoro rivoluzionario che sta già sviluppando.

Negli Stati Uniti, Soros è da anni uno dei maggiori finanziatori del Partito Democratico. Alle ultime elezioni presidenziali ha investito molto denaro nella campagna della candidata Hillary Clinton, che ha perso le elezioni contro Donald Trump. La vittoria di Trump ha fatto scattare l’allarme rosso per l’organizzazione, che ha iniziato a lavorare con un “nuovo senso di urgenza”, ha dichiarato al New York Times il vicepresidente dell’organizzazione Patrick Gaspard.

I documenti trapelati l’anno scorso dai siti Wikileaks e DC Leaks che ho citato hanno mostrato il grado di influenza di Soros su Hillary e sul Partito Democratico, che hanno entrambi ricevuto circa 25 milioni di dollari dal miliardario per le elezioni del 2016. Soros è, tra l’altro, uno dei maggiori finanziatori dell’intera carriera politica di Hillary.

Poiché questo tipo di sostegno non è mai gratuito e chiunque decida di stringere il patto dovrà alla fine rendere conto a Mefistofele (grazie, Goethe), una delle e-mail trapelate ha rivelato che Soros, attraverso un suo rappresentante, ha inviato istruzioni a Hillary, allora segretario di Stato nel governo di Barack Obama, per intervenire nella politica dell’Albania, un Paese in cui fa affari.

Tre giorni dopo il messaggio, il nome suggerito da Soros, Miroslav Lajcak, è stato inviato dall’Unione Europea per mediare il conflitto tra i rivali politici albanesi.

Investendo il suo denaro in modo strategico, Soros avrebbe anche guidato politici del Partito Democratico per far valere i suoi interessi all’interno e all’esterno degli Stati Uniti e avrebbe cercato di manipolare le elezioni in Europa. Sempre secondo i documenti trapelati, attraverso la Open Society, il miliardario ha finanziato entità in varie parti del mondo.

In Brasile e in altri Paesi dell’America Latina, l’Open Society inietta circa 37 milioni di dollari all’anno. La Fondazione Ford, altrettanto nota per il finanziamento della sinistra in tutto il mondo, stanzia 25 milioni di dollari per le organizzazioni di sinistra nei Paesi dell’America Latina.

Questo denaro va però solo a iniziative che servono al grande progetto globale di rivoluzione sociale finanziato da Soros, il che significa promuovere l’aborto, la legalizzazione delle droghe e gli attacchi sistematici a tutti i costumi, le tradizioni e le istituzioni sociali che in qualche modo ancora proteggono la società brasiliana dall’azione rivoluzionaria. Per questo motivo cresce il sostegno ai gruppi che utilizzano il termine “media indipendenti” per sviluppare radicalmente e persino fare pressione sul lavoro svolto dalla stampa tradizionale.

Uno di questi progetti è Mídia Ninja (Narrazioni indipendenti, giornalismo e azione), che si è fatto conoscere nelle manifestazioni del 2013 sostenendo di essere indipendente, ma che aveva ricevuto 80.000 dollari dalla Open Society. Legata a Fora do Eixo, un’entità guidata da Pablo Capilé, Mídia Ninja ha inaugurato la scorsa settimana la sua nuova sede nel centro di San Paolo. Per legittimare il suo lavoro, ha riunito la flora e la fauna artistica della sinistra. È in questo frangente che Caetano Veloso ha cercato di essere spiritoso: “Un po’ di conservatorismo è necessario. Può non essere auspicabile, ma è necessario”. Il cantante e compositore ha inaugurato con questa frase una nuova carica: bedel del conservatorismo nazionale – anche se non ha idea di cosa sia il conservatorismo.

Un’altra entità che opera nel campo della produzione di contenuti è l’Agência Pública, dell’uomo di sinistra Leonardo Sakamoto, che in cinque anni ha ricevuto più di 1 milione di reais dalla Open Society. È con i dollari di Soros che Agência Pública sostiene di portare avanti un “modello di giornalismo senza scopo di lucro per mantenere l’indipendenza”. Indipendenza simile a quella di Mídia Ninja. Sakamoto è l’autore della famosa frase metafisica: “Ciò che definisce una donna non è ciò che ha o aveva tra le gambe”.

Ma in questo rapporto tra stampa, TV e organizzazioni finanziate da George Soros, spicca Ronaldo Lemos, commentatore di Globonews, cofondatore e direttore dell’Instituto de Tecnologia e Sociedade do Rio (ITS Rio). ITS Rio ha ricevuto 350.000 dollari dalla Open Society tra il 2014 e il 2015. Lemos è forse il nome più noto per la stesura e la difesa del Marco Civil da Internet, che ha aperto la possibilità di regolamentazione e controllo da parte dello Stato e che è stato usato dai tribunali come base legale per sospendere l’app WhatsApp.

Un’altra personalità di spicco è Ilona Szabó de Carvalho, anch’essa commentatrice di Globonews (e voce sempre più nota in difesa della legalizzazione delle droghe), direttrice esecutiva e coordinatrice del Programma di Politica delle Droghe presso l’Istituto Igarapé. Finanziato anche da Open Society, Igarapé ha ricevuto più di 670.000 reais tra il 2014 e il 2015.

Nell’aprile 2015 si è verificato un evento simbolico: Ilona, insieme a Pedro Abramovay, di cui parlerò più avanti, ha organizzato una cena per George Soros nell’appartamento di Florencia Fontan Balestra e Fabiano Robalinho Cavalcanti, entrambi dell’Istituto Igarapé. All’incontro hanno partecipato l’ex presidente Fernando Henrique Cardoso, Jorge Paulo Lemann (3G Capital), David Feffer (Suzano Group), Celso Lafer (avvocato e professore), Guilherme Leal (Natura), Ricardo Marino (Itaú-Unibanco), Olavo Monteiro de Carvalho (Monteiro Aranha Group), Luciano Huck, Carlos Jereissati (Jereissati Group), Raphael Klein (Casas Bahia e Kviv Ventures) e Beatriz Gerdau (Gerdau Group). A questa cena a Rio de Janeiro, Soros ha parlato della cultura della filantropia, ovvero ha parlato della sua cultura della filantropia a persone molto influenti e con molto denaro. Inoltre, ha partecipato a un seminario sulle droghe.

Sempre su ITS Rio, insieme a Ronaldo Lemos fanno parte della squadra Eliane Costa, che è stata responsabile della sponsorizzazione di Petrobras dal 2003 al 2012 (cioè durante tutto il governo Lula); Lucia Nader, che è Fellow della Open Society; e Ana Toni, che fa parte del comitato editoriale del giornale socialista Le Monde Diplomatique Brasil e che è stata direttrice della Fondazione Ford in Brasile dal 2003 al 2011 (quasi lo stesso periodo in cui il suo collega ha lavorato a Petrobras).

Il drenaggio delle risorse di Soros alimenta anche le entità create da quelle già finanziate dalla Open Society.

Negli Stati Uniti, gestisce il potentissimo Media Matters, che dà il tono a quasi tutta la stampa americana, oltre a essere il principale finanziatore dell’Huffington Post, un’icona della sinistra globale.

(…)

Il numero di fondazioni, ONG, sindacati e veicoli di comunicazione che ricevono denaro da George Soros o dalle sue fondazioni è così vasto che solo un instancabile ricercatore come David Horowitz potrebbe catalogarlo e pubblicarlo sul suo portale Discover the Networks. Se siete curiosi, cliccate qui”.

Dopo aver scoperto qual è l’agenda di queste organizzazioni, chi le rappresenta e le finanzia e l’influenza che esercitano sulla politica, sull’economia e sull’opinione pubblica brasiliana, sta a voi riflettere se ciò che pensate sul disarmo, sulla liberazione dalle droghe, sulla smilitarizzazione della Polizia Militare, sulla democrazia e su altri temi è il risultato di un’analisi genuina basata su informazioni accurate o una mera ripetizione di discorsi ideologici creati in precedenza da questi rivoluzionari finanziati dal grande capitale che solitamente criticano.

Perché le agende politiche che oggi suscitano passioni, che provocano “polemiche” e discussioni sui social network sono spesso il risultato di un lavoro molto ben articolato di istituzioni e personaggi che non sempre appaiono o si presentano come esperti imparziali. È bene tenerlo a mente e stare sempre all’erta prima di difendere certe posizioni e fare da utile innocente di un’ideologia e di un progetto politico tanto nascosto quanto infame. Non fraintendetemi: oggi, in ogni angolo dove c’è un progetto rivoluzionario, c’è George Soros.

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Grazie e a presto!

Anna

 

 

 


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2 comments

ATur 06/11/2022 at 21:01

Ciao Sergio, grazie mille, ci vediamo presto!!!🙋🍀😃

Anna

Sergio Salvelli 04/11/2022 at 20:25

Interessante carrellata sulla realta’ del tormentato Brasile. “Sentendo”la similitudine, oltre che osservandola, tra la vittoria di Rembam Biden e del Senhor Luiz Inacio Lula da Silva temo che i giochi contro Il Presidente Jair Messias Bolsonaro(avi di Anguillara Veneta prov.di Padova) siano velenosamente scattati. Al popolo, grande e coraggioso e alla lealta’ delle forze armate brasiliane contro i brogli mondialisti, l iniziativa per ribaltare l ennesima fogna del World Economic Forum. Grazie Anna e Alberto.

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